Improvvisamente e inaspettatamente abbiamo tutti appreso, dai quotidiani nazionali e dai principali siti d’informazione, la decisione del CdA di porre all’approvazione dei Soci la sensibile riduzione del valore delle azioni di Veneto Banca Scpa da 39,5 a 30,5 (-22,78%), quasi in linea con quanto definito dalla Banca Popolare di Vicenza, che spesso viene associata e messa a confronto con la nostra azienda.
Sulla base di oggettivi rapporti patrimoniali probabilmente tale svalutazione era inevitabile, ma tale notizia non può che sorprendere se si considerano le più volte sbandierate “solidità patrimoniale” e “congruità del valore delle azioni” strenuamente difese fino al giorno prima con rassicurazioni a tutti i dipendenti e all’opinione pubblica espresse dal management del Gruppo Veneto Banca, a tutti i livelli, e ribadite anche alle scriventi OO.SS. lo scorso 1° aprile in occasione della presentazione del Piano Industriale.
Responsabili di Filiale, Gestori Corporate, quelli Private e il resto dei fedeli e operosi lavoratori del Gruppo Veneto Banca, di cui molti anche soci, sono stati avvisati della notizia a macchia di leopardo solo nel tardo pomeriggio del giorno prima, mentre le prime anticipazioni venivano pubblicate su diversi siti internet. Il nostro Direttore Generale ha fatto pubblicare sulla intranet aziendale una lettera che contiene dichiarazioni, in particolare la frase ”Teniamo fermi i nostri obiettivi, attuando puntualmente il Piano Industriale recentemente approvato…”, che non ci rassicurano: i maggiori benefici attesi sembrerebbero collocarsi solo nella componente “costi & sacrifici” a carico delle lavoratrici e dei lavoratori.
Le colleghe e i colleghi sono così “straordinari” che si ritiene possano interpretare anche il ruolo di “parafulmine”? Cosa rispondere a chi, chiedendo rassicurazioni sulle affermazioni diffuse a mezzo stampa, durante sfarzose cene e rassicuranti presentazioni, condivise in partecipate riunioni commerciali, oggi scopre che ogni incoraggiamento risulta miseramente disatteso? Come si può dimenticare lo “slogan” che si invitava a utilizzare per l’aumento di capitale che lo scorso anno, in questo stesso periodo, ci si accingeva a collocare? Come spiegare ai nostri clienti/soci quella proposta di sottoscrizione definita sempre “a sconto” a cui hanno aderito anche molti colleghi?
Lo scorso venerdì i lavoratori e le lavoratrici si sono sentiti soli e, per l’ennesima volta, hanno dovuto affidarsi al loro fortissimo senso di responsabilità e alla loro più volte riconfermata professionalità per governare anche questo tormentato momento, sforzandosi di assumere quell’“atteggiamento sereno e determinato” a cui il nostro Direttore Generale ha fatto cenno nella sua comunicazione. E’ proprio per questo motivo che porteremo avanti la nostra azione di tutela degli interessi dei colleghi, della loro professionalità e del loro operato: il gioco dello “scarica barile” non potrà in alcun modo vedere coinvolti i colleghi che sono sempre stati “in prima linea”.
In caso di azioni di responsabilità, da parte dei clienti e degli azionisti, è l’azienda che dovrà farsi carico delle spese legali, anche quando questi dovessero essere indirizzate a qualche sfortunato collega. Ove dovessero intervenire provvedimenti disciplinari nei confronti di chi si è sempre limitato a eseguire le disposizioni ricevute dai propri superiori e ha sempre operato in buona fede, credendo in quello che gli veniva raccontato, diciamo fin d’ora che ricostruiremo pedissequamente e minuziosamente ogni passaggio degli ordini di servizio che sono stati impartiti tempo per tempo, al fine di tutelare i colleghi.
Inoltre è proprio nel confronto che si aprirà per il Piano Industriale che difenderemo con determinazione tutti i lavoratori e le lavoratrice del Gruppo Veneto Banca, sicuri che il rilancio della nostra Banca sarà possibile soprattutto grazie all’impegno e alla professionalità di noi tutti, ma non solo sulla nostra pelle.
Quest’anno partecipare all’assemblea della nostra Banca non deve servire solo per fini estetici o di “contenimento”, ma per dimostrare che anche noi siamo portatori d’interesse, o come meglio suona oggi “stakeholder”, da tenere in debita considerazione.
Esclusi i dipendenti comandati in servizio, è scontato che per tutti gli altri, che sono anche soci, non vi è alcun obbligo di partecipare, per quanto le scriventi OO.SS. vi invitino ad essere presenti, ma soprattutto, non vi è alcun obbligo di occupare le prime file come qualche dirigente sta raccomandando di fare.
Ribadiamo che siamo stufi di vedere che ci si ricorda dei dipendenti solo nelle emergenze per poi dimenticarsene subito dopo.
Crediamo che tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori di questa banca, con grande dignità e convinzione, abbiano sempre difeso la Banca, ma che non possano essere utilizzati anche come uno “scudo umano” a difesa di un Consiglio di Amministrazione e di un Management che, probabilmente, si aspetta di essere pesantemente criticato: la difesa della Banca non sempre passa per la difesa del management…
In giornata presenteremo alla Direzione una richiesta urgente d’incontro con il Presidente Prof. Favotto e con il Direttore Generale Dott. Consoli, anche al fine di esprimere la nostra profonda preoccupazione per le condizioni lavorative che i colleghi dovranno sostenere, in rete e nelle strutture operative.
Non vogliamo in alcun modo pensare che l’unica modalità “stand alone” che la Banca intenda perseguire veramente, sia quella di abbandonare i dipendenti al proprio destino.
Montebelluna, 13 aprile 2015