Il sistema è semplice ed affidabile.
La nomina è fatta su Napoli, i primi giorni di lavoro vengono svolti a Napoli, poi con calma, ma in modo costante, inizia la permanenza alternata tra la sede di Roma e Napoli ed infine il trasferimento a Roma .
Tale procedura è immediatamente avviata per tutti quelli che, per forza, devono stare a Roma indipendentemente dalla sede di assegnazione individuata per concorso.
Insomma tutto è stabilito con una precisione matematica : i tempi, i giorni di permanenza iniziali, ed i giorni di permanenza nella fase finale, quella prima del programmato e pianificato trasferimento a Roma.
Con una formula matematica ben studiata, ed applicata sistematicamente, si riducono, fino a farli diventare zero, i giorni di lavoro, del privilegiato di turno, nella sede di Napoli dell’AGCOM.
Di converso, senza tenere minimamente conto dell’osservanza dei doveri di correttezza ed in modo unilaterale ed arbitrario, gli stessi che hanno creato il sistema suddetto, decidono di lasciare fuori, ancora una volta, l’unica persona che forse aveva il diritto di essere trasferita nella sede di Roma, considerato che ha chiesto e richiesto il trasferimento a Roma da anni.
Ci piacerebbe conoscere lo stato d’animo di chi, poi, operativamente ha dovuto rendere concreto tale fatto.
Per questa lavoratrice , figlia di un Dio minore ( come sono figli di un Dio minore anche i destinatari di sanzioni disciplinari bocciate inequivocabilmente dai Tribunali ordinari ed amministrativi), non ci sono teoremi e meccanismi creati ad hoc , non ci sono possibilità, c’è solo l’evidente antigiuridicità ( considerata la condizione al contorno) di una tale decisione, accompagnata da un forte sospetto di intenzione discriminatoria .
Quanto sopra raccontato, per noi, è un problema di etica!!!!
L’allocazione del personale attivata ultimamente con la procedura del “ pentolone” ( mischiare la carne avariata con quella buona in un grande pentolone con condimenti appropriati ), per noi, è un problema di etica!!!!
La discriminazione geografica prodotta con la depauperazione della sede di Napoli, per noi, è un problema di etica!!!!
Siamo addolorati, perché , a nostro avviso, l’amministrazione sta diventando sempre più ingiusta e disumana !!!!!!!!!!
Dopo l’ultima allocazione ci sentiamo insultati, dalle dimostrazioni muscolari dell’ Amministrazione mirate a dare benefici a pochi e danni a molti.
La questione è inquietante, perché si è verticalizzato il rapporto di lavoro riducendo a zero quello che la Costituzione prevede per le OO.SS.
C’è il pericolo che il lavoratore che contesta questo stato di cose si trova automaticamente ad essere, molto probabilmente, il prossimo bersaglio di un sistema ormai, a nostro avviso, crudele ed antidemocratico. Senza criteri predefiniti e discussi con le parti sociali, si spostano lavoratori come pacchi senza tenere minimamente in considerazione la loro dignità, la loro storia.
Mentre, ad una ristretta èlite, trattata in modo ossequioso, si da la possibilità di poter usufruire di agevolazioni impensabili.
Si sono create ormai nuove “baronie” che amministrano le risorse umane senza alcun controllo e confronto con le parti sociali, abbiamo il sospetto che forse anche il potere centrale quello di indirizzo e controllo sta perdendo la padronanza.
“Baronie” che sbriciolano ogni forma di democrazia collettiva che appartiene allo Stato moderno, sostituendo la volontà di alcuni individui ( che può essere generata anche da meccanismi persecutori e/o dispettosi se non è messa a confronto con le parti sociali e non esiste l’individuazione di criteri) alle consuetudini e i comportamenti della volontà collettiva democraticamente costituita.
Stiamo correndo il rischio di trasformare una prestigiosa Istituzione dello Stato nella più incontrollata ( per quanto riguarda la gestione del personale e i diritti economici e giuridici dei lavoratori) delle aziende private.
L’autonomia non significa concedere in feudo “ il dominio” su un certo numero di persone ,degradando il sistema democratico ad una grande corte con cortigiani e cortigiane.
Autonomia, significa essere indipendente nel rispetto delle leggi e dei regolamenti vigenti ( anche quelli relativi al confronto con le parti sociali ed alla gestione delle risorse umane).
Quanto sopra non deve produrre delusione perché noi siamo coloro che hanno la volontà di cambiare questo stato di cose.
Ed ancora, se dovesse mancare la CGIL da chi potrà venire tale volontà?
RSA FISAC CGIL AGCOM