San Paolo del Brasile, 20-22 marzo 2015. Dopo 15 h di viaggio atterriamo a San Paolo: per la Fisac CGIL Anna Maria Romano e Mario Ongaro, un po’ confusi dalla stanchezza e dal fuso orario.
Avremo modo di vedere la città pochissimo, solo attraverso un giro in pullman (ci “sconsigliano” per non dire “proibiscono” di girare da soli (Anche se in questi giorni non ce ne sarebbe,comunque, il tempo).
San Paolo, capitale finanziaria del Brasile, metropoli di palazzoni immensi e 12 milioni di abitanti, da l’impressione del contrasto potente tra il mondo dei soldi e la vita reale: appena fuori dalle vie centrali e dal quartiere residenziale che attraversiamo nella follia del traffico paulista, si vedono palazzi in decadimento e tanti, tanti senza tetto per le strade.
Ho una visione troppo parziale e mi limito solo a questa osservazione.
Alle 16,00 (20,00 italiane) siamo convocati per una riunione preparatoria per le delegazioni straniere.
Sono presenti i paesi dell’America centrale, del Sud e dell’Africa. Dall’Europa siamo arrivati dall’Italia e dalla Spagna.
L’inglese non é molto conosciuto, così ci esprimiamo in una strana commistione di italo-ispano-portoghese che rende le nostre conversazioni surreali: un esperanto sindacale, pieno di affetto e voglia di comprendersi.
I rappresentanti di contraf cut (Marcio Monzane presente), ci ragguagliano sulla estrema difficoltà con cui si apre il loro congresso.
Nella preoccupazione di destabilizzare o deludere i delegati internazionali ci raccontano con molta cura lo stato delle cose.
Il CONTRAF si presenta diviso nella sua componente di maggioranza in due parti. A questa si aggiunge una componente di minoranza.
Sottolineano come la divisione si basi su una diversa visione della linea politica da seguire per delineare le strategie future del sindacato e non su singole persone. Una delle due parti é rappresentata da CONTRAF paulista , che da sola rappresenta una fetta importante dei lavoratori bancari e che ha, da sola, un peso sostanziale per la forte concentrazione di lavoratori del settore nella città.
Da stasera, quando il congresso si aprirà, si adopereranno per trovare una soluzione unitaria da racchiudere in un documento politico capace di dare spazio alle due visioni, nella consapevolezza che il sindacato è dei lavoratori e loro deve rappresentare. Non sono preoccupati del confronto, anche aspro, tra visioni politiche differenti, necessario per la definizione delle strategie sindacali future.
Sanno, però, che i livello di scontro sarà molto alto.
Questo é il motivo principale per cui noi parteciperemo solo in parte marginale ai lavori del congresso.
Esprimono tutti solidarietà. Ma l’intervento che più mi colpisce e commuove é quello della giovane rappresentante Guatemalteca. Ci racconta, nella commozione fino alle lacrime, come in Guatemala sia impossibile l’aggregazione sindacale e quindi anche la contrattazione collettiva. É preoccupata per il livello di scontro brasiliano perché per lei e per i lavoratori guatemaltechi impegnati a lottare per i diritti sindacali minimi, il CONTRAF-CUT rappresenta un modello, la speranza che le cose possono cambiare.
Alle 21 (ora locale) inizia il IV Congresso del CONTRAF-CUT , che si svolge all’hotel Mercure di San Paolo: un numero ordinale così basso ci parla già della storia e della vita dei diritti di questo Paese.
Sin dal primo intervento viene messa in risalto l’importanza della presenza delle delegazioni straniere per sottolineare la centralità della discussione brasiliana nella vita democratica di questa area del mondo e non solo.
Veniamo presentati ad uno ad uno, con un certo imbarazzo personale per il calore e l’entusiasmo dell’accoglienza. Il presidente Vagner Freitas della CUT ricorda, inoltre, Mario Ongaro, al quale lo lega una forte e condivisa relazione politica, che aldilà degli ovvi connotati personali, si radica nella vicinanza storica tra CUT e CGIL. Relazione politica che ha a che fare con due aspetti: uno più specificatamente legato alla nostra categoria, che Vagner (l’equivalente brasiliano di Susanna Camusso e primo Presidente confederale di provenienza bancaria) dirigeva a livello del territorio di San Paolo, da sempre assolutamente maggioritario nella categoria in Brasile; il secondo aspetto deriva dall’attività di cooperazione internazionale e di patronato che la CGIL svolge da decenni in Brasile e rispetto alla quale la relazione con la CUT é sempre stata vicendevolmente fondamentale.
La CGIL, inoltre, è più in particolare la FISAC, si è resa protagonista insieme al sindacato di categoria spagnolo (Commissione Obreras) della costruzione di un’alleanza il cui asse andava dall’Italia all’America Latina, passando attraverso la Spagna. Un’alleanza baricentrata su obbiettivi condivisi da portare avanti congiuntamente in particolare a livello di UNI. Questa alleanza, oltre a contare su una comunanza culturale e di storia sindacale si é sempre basata sulla forza organizzata che queste realtà hanno sempre espresso in generale ed in particolare a livello di UNI.
CONTRAF si organizza su due livelli: territoriale e confederale, che fa si che l’iscritto CONTRAF é prima di tutto iscritto alla CUT (come in CGIL), fatto non scontato nelle altre organizzazioni sindacali mondiali. Da ciò deriva anche il peso politico e numerico in CONTRAF
del sindacato di San Paolo. Peso politico che é emerso in maniera determinante anche in questo congresso.
Solo il 7% dei lavoratori nel mondo é sindacalizzato. Il CUT vanta, a differenza di ciò, una percentuale del 30% con una media più alta nel settore bancario.
In una congiuntura tanto difficile, l’unità e la solidarietà internazionale, nel rispetto di tutte le differenze considerate un arricchimento, sono uno strumento di lotta essenziale per i diritti in tutto il mondo.
Il Brasile vive una democrazia giovane, messa in difficoltà dall’oligarchia che detiene la totalità dei mezzi di informazione: 6 famiglie ne detengono il potere. Attraverso questo strumento, l’oligarchia ricca e di destra cerca di minare le basi democratiche del paese, manipolando l’informazione e instillando l’odio sociale.
Un ostacolo che pensano di superare anche con la costituzione di un mezzo di informazione popolare ad alta diffusione territoriale.
Pensiamo alla geografia del Brasile e ne comprendiamo l’estrema difficoltà.
Questo viene definito “un congresso per la gente” e per questo capace di una forza mobilitarti e. Molti rimarcano la necessità di una svolta e di un progetto comune, anche internazionale, per combattere la finanza come oggi è concepita dal modello neo-liberista ancora imperante.
Modello finanziario che scarica tutti i costi sul lavoro e sui diritti.
Questa finanza ha imposto una sottomissione della politica mondiale a se stessa, scardinando il principio democratico della supremazia della politica: regole, quindi, non dettate dalla società, ma società, diritti, precarietà in funzione della finanza.
Relazione tra finanza, diritti, democrazia contro il pericolo di nuovi Golpe rappresenta il tema comune degli interventi ascoltati, così come l’idea di una nuova e forte mobilitazione sindacale.
E sentire la parola “Golpe” pronunciata continuamente ci fa riflettere sulla storia di questo paese e di quanto non possa essere dimenticata da nessuno di noi.
La relazione con il Governo qui significa un rapporto con persone che hanno combattuto insieme al CUT per la libertà del Paese. Rivendicano la propria autonomia, ma ne riconoscono il valore.
“dobbiamo costruire qui una unità, senza odio, per affrontare le lotte importanti che abbiamo davanti” dice in conclusione il Presidente uscente Cordeiro “Perciò in questo momento di crisi della società e del movimento sindacale, special della CONTRAF CUT, dobbiamo ripensarci per non portare acqua al mulino dei banchieri”. ” Siamo dirigenti sindacali per combattere tutte le ingiustizie e non possiamo permettere che l’odio instillato nella società coinvolga il movimento sindacale”
Determinati, combattenti, colorati: le delegate e i delegati si presentano così. Tra le varie mozioni presentate e votate quella sulla norma antidiscriminatoria al 50% (ora prevede il 30% di presenza di genere): bocciata.
Come ci raccontano le sindacaliste dei vari paesi, c’è ancora tanto lavoro da fare in America Latina per l’emancipazione delle donne. Nonostante ci siano donne in ruoli assolutamente primari in molti paesi, a partire dal Brasile.
Ne parlo (Anna Maria ndr) in modo diffuso con Sofia Trinidad Espinoza Ortiz(Presidente – la nostra SG – del sindacato bancari Colombiano), una guerriera femminile ed intelligente, che mi racconta cosa significa fare sindacato in Colombia (70 sindacalisti uccisi nel 2014, 7 mila negli ultimi 15 anni), in modo particolare per una donna.
Lesbia Amezquita, la giovane sindacalista guatemalteca, mi racconta della situazione delle donne nel suo paese e del grande bisogno di educazione, cultura, diritti e lavoro anche per combattere il fenomeno delle spose bambine.
Il congresso elegge Presidente (SG) Roberto Von Der Osten, con il 75,7% dei voti.
La lista presentata per sostenere Miguel Pereira, attuale segretario organizzativo del CONTRAF CUT, ottiene il restante 24,3%.
Il comitato Direttivo vede 15 componenti: 9 per la prima lista e 6 per la seconda.
Il IV Congresso del CONTRAF-CUT si conclude questa domenica con la discussione è l’approvazione delle startegie e delle direttrici dell’azione sindacale per il prossimo periodo (2015-2018).
Non potremo assistere alla fine perché il volo per l’Italia é previsto presto.
Anna Maria Romano e Mario Ongaro