Il 23 marzo TUTTI i dipendenti della Banca d’Italia incroceranno le braccia.
Lo sciopero è stato dichiarato su tutto il territorio nazionale: in Amministrazione Centrale, nelle Sedi Regionali e in ogni Filiale Provinciale.
Dopo il grande successo di lunedì scorso con l’iniziativa proclamata solo nelle realtà oggetto, nei progetti della Banca, di ulteriore ristrutturazione, si tratta di uno sciopero che chiama, ora, a raccolta tutto il Personale della Banca d’Italia. I Segretari Nazionali di Falbi- Confsal, Fisac-CGIL, Fiba-CISL e Uilca-UIL confermano che nei prossimi giorni, oltre alla mobilitazione complessiva dei lavoratori della Banca d’Italia, si accompagneranno altri incontri con le Autorità locali, con le Associazioni che tutelano i consumatori e i cittadini, con gli operatori pubblici e privati.
Il Vertice dell’Istituto deve rinunciare al pericoloso progetto di smantellamento della rete Territoriale da cui discenderebbero gravi e irrimediabili ripercussioni sui servizi resi gratuitamente ai cittadini e si evidenzierebbe una perdita di ruolo e di credibilità per tutta l’Istituzione, anche a Roma e nelle Sedi Regionali, oltre che in periferia. Anziché individuare un’organizzazione capace di esercitare con maggiore efficacia le funzioni istituzionali, il Vertice dell’Istituto non riconosce le proprie responsabilità e preferisce darsi alla fuga. Talvolta, poi, si consegna addirittura – come accaduto nel corso della trasmissione di RAI 3 “Ballarò” dello scorso martedì 17 marzo – alle improbabili analisi di improvvisati consulenti giornalisti incapaci di leggere la realtà istituzionale della Banca d’Italia al servizio dei cittadini e bravi solo a offendere le persone che al suo interno lavorano.
Emblematico appare l’arretramento della Banca d’Italia nella gestione del contante e dei controlli sugli operatori privati di settore, sconvolti sempre più spesso da scandali impressionanti. I flussi in ingresso e in uscita dalla Banca d’Italia delle banconote (anche quelle di piccolo taglio 5 e 10 €) sono strategici per il Paese; se passasse il progetto del Vertice assisteremmo, invece, a un ulteriore scadimento dell’efficacia del servizio reso. Per non parlare della sua efficienza che non sarebbe, soprattutto sotto il profilo della sicurezza, neppure valutabile.
Il progetto della Banca appare esclusivamente “politico, privo di qualsiasi motivazione e incurante degli impatti sociali”.
Siamo certi che se il progetto della Banca dovesse realizzarsi, sarebbe vissuto anche come un’inammissibile cancellazione di un presidio contro l’illegalità e la criminalità.
Il Governatore Visco rifletta sui danni che arrecherebbe al Paese, ai cittadini, alle imprese e ai dipendenti della Banca d’Italia.
Come già dichiarato la scorsa settimana, sarebbe un errore grave cui potrebbero seguire solo le sue dimissioni e quelle di tutti i componenti il Direttorio.
Roma, 19 marzo 2015
LE SEGRETERIE NAZIONALI DELLA BANCA D’ITALIA
UILCA UIL FIBA CISL FISAC CGIL FALBI CONFSAL