Cresce nel Movimento il dibattito sulle linee del progetto di “ autoriforma “.
Un dibattito non sempre chiaro, non di rado teso, a tratti acrimonioso nei riguardi dei vertici di FEDERCASSE.
Siamo preoccupati.
Pare che ciascuno persegue un proprio progetto di “ autoriforma “ e sempre più spesso richiama rischi occupazionali a sostegno delle proprie tesi.
Abbiamo già espresso le nostre perplessità su alcune indicazioni provenienti dai “ regolatori “ .
Abbiamo rivendicato il diritto del Movimento alla proposta di un proprio progetto, da sottoporre alle Autorità di Vigilanza , al MEF e all’Europa.
Attendiamo di conoscerne compiutamente i contenuti e gli obiettivi per darne una valutazione.
Abbiamo scioperato per il rinnovo contrattuale, contro le minacce di disapplicazione dei contratti.
Abbiamo scioperato per una autoriforma che consolidi il credito cooperativo italiano, consenta alle banche di credito cooperativo di preservare le proprie caratteristiche di società cooperative per azioni, mutualistiche e locali, di vere banche del territorio.
Da anni sollecitiamo sinergie vere e regole di “ governance “ trasparenti, coerenza e coesione.
Ora non intendiamo certo diventare “ preda “ dei conflitti all’interno del Movimento.
Lo sciopero è andato bene. La partecipazione della Categoria ha dimostrato coesione, solidarietà e rafforzato il rapporto fiduciario con le rappresentanze sindacali.
E’ ora – lo ribadiamo – che FEDERCASSE convochi le Organizzazioni sindacali dei lavoratori per avviare il confronto sul progetto di autoriforma, sugli obiettivi e strumenti, che si entri quindi nel merito del rinnovo contrattuale.
Gli organi di stampa hanno dato conto diffusamente dello sciopero e delle manifestazioni.
Non siamo interessati a polemiche sulle percentuali di adesione allo sciopero.
Noi siamo soddisfatti. Se necessario, in futuro faremo meglio.
FEDERCASSE assolva ora gli adempimenti, disposti dalla Commissione di garanzia dell´attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, e pubblichi al più presto i propri dati.
Li pubblichi in modo dettagliato. Li leggeremo, verificheremo e, se del caso, li contesteremo o ci attrezzeremo, laddove minore è stata l’adesione dei lavoratori, per capirne le ragioni.
Ciascuno, poi, tragga elementi di ottimismo da dove crede.
Ma non è seminando zizzania che si favorisce la ripresa di un confronto negoziale duro e costruttivo.
Tantomeno strumentalizzando le contraddizioni in casa altrui e ignorando le profonde divisioni in casa propria.
Il sindacato resterà unito e sarà capace di superare positivamente le difficoltà.
Noi crediamo che il Credito cooperativo abbia necessità di chi concorre a risolvere i problemi, non di chi concorre ad acuire le tensioni, pure avendo avuto a disposizione anche nuovi strumenti contrattuali e forti autonomie per governare le relazioni industriali nel Gruppo creditizio e nel sistema.
Dunque, basta con le dichiarazioni e chi ne ha la responsabilità lo dimostri.
Le rappresentanze sindacali dei lavoratori vanno da subito attivamente coinvolte nel progetto di autoriforma, che non accetteremo “ a scatola chiusa “, attendendo di essere chiamati a rispondere delle “ ricadute “ sui lavoratori.
Roma, 3 marzo 2015
Il Coordinamento Nazionale