I Lavoratori del Credito Cooperativo in Lotta

Anche i Lavoratori del Credito Cooperativo scendono in lotta per difendere il loro Contratto Nazionale.
Un Contratto Nazionale messo in discussione dalle associazioni datoriali che hanno preannunciato la disdetta per il primo di aprile.
Ovviamente le BCC cercano di sfruttare a pieno la situazione contingente che vede l’ennesimo attacco alle condizioni di lavoro, ai diritti e ai salari.
Nulla di nuovo sotto il sole. In maniera analoga ai loro omologhi banchieri del credito ordinario, adducendo le solite litanie sull’ammodernamento, sulla crisi, sull’efficienza, i banchieri del credito cooperativo cercano di incrementare i profitti sulle spalle di chi lavora.
Un ammodernamento che, nella testa di questi signori, non passa certo per una politica creditizia più efficace, che sia attenta all’economia dei territori di cui le BCC sono espressione e che, anzi, ne funga da stimolo. Insomma, una politica che, in questo momento di crisi, sia anticiclica ed incoraggi la ripresa dell’economia locale.
No. La ricetta di questi signori, con buona pace della mutualità e delle responsabilità sociali che dovrebbero essere proprie del movimento cooperativo, si riassume nelle classiche retrive ricette padronali: la crisi la paga chi lavora!
La Fisac CGIL Banca d’Italia, anche in questo caso, fa proprie le istanze dei Lavoratori delle BCC che il 2 marzo scenderanno in sciopero. Lo fa per la naturale vicinanza con questi Lavoratori ma, ancor di più, perché fermamente convinta che solo dal movimento dei Lavoratori può nascere un nuovo modo di fare banca che sia di reale sostegno alle famiglie e alle piccole e medie imprese che sono il vero fulcro dell’economia del territorio

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