Riscossione Tributi: comunicato unitario

Con la legge finanziaria per il 2015 ( legge di stabilità), come già comunicato è stato confermato il blocco del rinnovo della contrattazione collettiva nazionale per tutti i lavoratori dipendenti che svolgono pubblici servizi, ma non il blocco del trattamento economico complessivo dei singoli dipendenti, del trattamento accessorio all’ammontare erogato nel 2010 e degli effetti economici delle progressioni di carriera.
Una lettura corretta, e non eccezionalmente “illuminata” consente di comprendere che ciò comporta non già la possibilità ma, nel rispetto delle previsioni congiunte della legge e del contratto, il dovere, da parte dei massimi organismi di Direzione aziendale, a partire dal Consiglio di Amministrazione, di deciderne l’applicazione e procedere all’immediata erogazione, con effetto dal gennaio scorso, di tutte le voci stipendiali bloccate, con grande immediatezza (allora si), in applicazione della legge “taglia retribuzioni” n. 122 del 2010.
Alla richiesta riformulata oggi dalle Segreterie Nazionali, la Direzione aziendale risponde che ieri il C.d.A. ha deciso di formalizzare la necessaria revisione del budget (per fare fronte ai maggiori costi derivanti dall’applicazione della legge) in occasione della prossima riunione, probabilmente nella terza decade di marzo, raccomandando di comunicare agli azionisti, ovvero Agenzia delle Entrate e INPS, ed al Ministero dell’Economia e delle Finanze in merito all’incremento dei costi, anche ricercando uno specifico riscontro. Tradotto: hanno deciso di non decidere, nella ricerca di una ulteriore conferma, una “copertura” rispetto alla scelta di “sblocco” che è già stata fatta chiaramente con la legge di stabilità, e confermata dalla Ragioneria dello Stato.
Quale che sia la ragione dei lunghi tempi di decisione da parte di Equitalia, se bieco calcolo al risparmio sulla valuta, o incapacità ad assumere anche le più ovvie responsabilità, è tristemente evidente che operiamo all’interno di un’azienda che, ormai, appare ogni giorno di più “acefala”. Solo questa condizione, purtroppo, può spiegare l’attendismo e la ricerca spasmodica di ulteriori “autorizzazioni formali”.
Pure essendo parsa particolarmente “ridondante”, alle Segreterie scriventi, l’iniziale posizione aziendale della necessità della formalizzazione da parte del C.d.A., in quell’occasione abbiamo voluto comprenderne le possibili ragioni; l’attuale manifestazione di incapacità di assumere una decisione “scontata” e “pienamente dovuta” non trova però più, a nostro avviso, giustificazione, e non può essere per nulla accettata.
Mentre la dirigenza aziendale cerca avalli e coperture come se dovesse assumere decisioni che comportino chissà quali gravissime responsabilità invitiamo ogni singolo lavoratore cui spetti l’erogazione di una qualunque somma in ragione della mancata proroga del blocco economico, a rivolgersi alle segreterie sindacali per avviare iniziative legali (decreto ingiuntivo) finalizzate a costringere l’azienda a pagare quanto dovuto.
Il Consiglio di Amministrazione, che oggi si mostra “timoroso” di assumere la responsabilità di una decisione dovuta e prevista chiaramente dalla legge, si dovrà assumere la responsabilità di rispondere del danno erariale prodotto, oltre che di demotivare ulteriormente lavoratrici e lavoratori da anni sempre più schiacciati dal peso di una riorganizzazione confusa e punitiva di ogni capacità professionale e da attacchi, mediatici e politici, oltre che personali e fisici, non raramente violenti e volgari.
Nel frattempo le Segreterie Nazionali porranno in essere ogni altra iniziativa possa indurre quest’azienda a valutare una scelta diversa in tempi brevissimi, a cominciare da una richiesta di incontro urgente con il Presidente di Equitalia.

LE SEGRETERIE NAZIONALI

Roma, 26 febbraio 2015

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