Su Il Sole 24 Ore la campagna di comunicazione del Credito Cooperativo: “Non inventiamo storie. Ne abbiamo tante vere da raccontare”.
Sono 50 “storie”, storie che intendono documentare la specificità e l’azione delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali a favore delle proprie comunità, “ a conferma che il valore di una banca di territorio va decisamente oltre il semplice fatto economico per diventare anche leva di sviluppo sociale e culturale, nonché scuola di partecipazione attiva “.
“ Storie significative di soci e clienti che abbiano compiuto – grazie al sostegno di una Banca di Credito Cooperativo o Cassa Rurale – un percorso di crescita economica e sociale dalle caratteristiche originali e innovative, in grado di rappresentare la grande “biodiversità” del nostro sistema “. Non una citazione per i lavoratori come se non esistessero o non avessero “ storie vere da raccontare “.
Per i lavoratori la “ minaccia “ di disapplicare tutti i Contratti di Lavoro dal 1° aprile 2015. Un “ pesce d’aprile “ che pesa come un macigno sulle relazioni sindacali e sul clima nelle aziende.
Giudizi “ tranchant “ a mezzo stampa sul sindacato dei lavoratori ( più o meno: non capisce, non si impegna, non è maturo… ). E mentre i “ regolatori “ ( Governo, Banca Centrale, BCE ecc. ) promettono la “ RIFORMA “ a breve del Credito cooperativo ( se il Credito cooperativo non si AUTORIFORMA come prescritto ) , nessuno che si assuma la responsabilità di ascoltare i lavoratori, di informare le loro rappresentanze; nessuno che si ponga il problema di coinvolgere, di ricercare condivisione. Nessuno che si interroghi anche sulle proprie responsabilità ( ad esempio, sulla effettiva concretizzazione dei tanti progetti strategici o industriali approvati e presentati ai tavoli sindacali come dirimenti, denunciando “ esuberi “ e necessità di “ ridurre il costo del lavoro “ per salvare l’azienda e/o il posto di lavoro ).
Quando il sindacato, per anni, ha reclamato regole di “ governance “ più trasparenti; coesione e sinergie nel Movimento; coerenze nell’applicazione dei patti contrattuali, è rimasto da solo. Erano altre le priorità. Adesso tutti reclamano la riforma e in fretta. Noi chiediamo: Quale riforma ? e si intende procedere senza i lavoratori e chi li rappresenta? Lo ribadiamo. Il sindacato è in prima linea per una “ autoriforma “ che consolidi il Credito cooperativo italiano e valorizzi la cooperazione di credito mutualistica.
Ma non si pensi di “ calarla dall’alto “ ai circa 37.000 dipendenti del Credito Cooperativo. Non si pensi di farla “ digerire “ come il male minore. Sono in discussione i CONTRATTI DI LAVORO e il loro rinnovo. E’ in discussione il futuro della Categoria. Lunedì 2 marzo 2015 si sciopera in tutto il territorio nazionale. Non è una mera prova di forza. E’ la dimostrazione della coesione della Categoria e della funzione indispensabile del lavoro nel Movimento di Credito cooperativo italiano.
Roma, febbraio 2015