Proprio il manager ha colto l’occasione per fare il punto sulla proposta di riforma delle Banche Popolari in spa. “E’ molto difficile avere una stabilità di governance con 90mila azionisti” in caso di trasformazione in spa e quindi “la mia idea è che serva avere un gruppo di azionisti stabili, non per affrontare un’altra banca che ci volesse comprare, ma proprio per avere stabilità di governance e perchè un fondo basato non so dove non possa arrivare con i soldi e prendersi il controllo della banca”.
Vandelli ha ammesso che è “molto difficile pensare di tornare al passato” rispetto alla trasformazione in spa imposta dal governo. “La direzione è molto chiara – ha aggiunto – ed è molto difficile trovare una soluzione. Probabilmente un limite al possesso azionario è un’idea ma non è l’unica. Dobbiamo capire – ha detto ancora Vandelli – che questo cambio di forma societaria cambierà tutto”. L’ad ha ricordato che per lui è difficile parlare della questione dato che il presidente di Bper, Ettore Caselli, è anche presidente di assopopolari, ma ha spiegato di voler comunque dire quello che pensa. In questo processo di confronto col governo, ha notato ancora, “è importante sottolineare il ruolo fondamentale svolto dalle popolari in questi anni a sostegno dell’economia italiana. E lo hanno svolto – ha proseguito – con questa struttura e con il voto capitario. Noi stessi, con questa struttura e col voto capitario, abbiamo molto fondi nel capitale e siamo presenti sul mercato wholesale. Spero – ha concluso – che si possa trovare un bilanciamento tra l’idea del governo e la nostra, per mantenere alcune caratteristiche da public company” delle banche popolari.
Tra i possibili strumenti per affrontare il cambiamneto, ci potrebbero comunque essere “la presenza di fondazioni direttamente nel capitale di , come già avviene con alcuni enti che hanno piccole quote e come si potrà valutare di fare anche per la Fondazione banco di sardegna, a patto che siano rappresentate tutte le diverse anime del gruppo”. “E’ una categoria di soggetti che, insieme ad altri, potrebbero creare nuclei di stabilità nel corpo sociale”, ha spiegato Vandelli. Possibile anche il ricorso allo strumento del patto di sindacato, “normalmente usato anche da altre banche per dare stabilità. Vedremo, ma certo è un punto di riferimento importante”, ha concluso.