Il Segretario Generale della CGIL, Susanna Camusso, è tra i primi firmatari di un appello, lanciato da Moni Ovadia, Ali Rashid, Fausto Raciti e Paolo Beni per la ripresa del negoziato diretto tra Israeliani e Palestinesi, anche nell’ambito di una Conferenza Internazionale di Pace, che definisca una soluzione stabile e duratura del conflitto, ponendo fine alla continua spirale di violenza e di guerra. ” … siamo consapevoli – dicono i firmatari – che la guerra non porta da nessuna parte, tanto è vero che gli ultimi conflitti nel Vicino Oriente si sono risolti in un vano e catastrofico esercizio di potenza, deteriorando situazioni già intollerabili, impoverendo di umanità e di intelletto popolazioni già provate e allontanando l’orizzonte di pace e serenità per una vita dignitosa. E che il dialogo è l’unica alternativa alla guerra. ” I firmatari dell’appello si rivolgono al governo italiano e a quelli dell’Unione Europea, perchè sostengano “presso l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, la richiesta di Abu Mazen – a nome di tutto il suo popolo- per il riconoscimento dello stato palestinese entro i confini del 1967, come contributo a rafforzare la pace in tutta una regione, oggi segnata dall’instabilità, dal soffocamento violento delle istanze di libertà e democrazia”. Come noto, domani l’Assemblea Generale dovrebbe pronunciarsi sulla richiesta di Abu Mazen di dare allo Stato di Palestina lo status di “stato osservatore” che, se non corrisponde alla piena adesione all’ONU, rappresenta un riconoscimento a livello di Stato dell’attuale Autorità Nazionale Palestinese (ANP). “Con il nostro appello – concludono i firmatari – intendiamo dare vita ad un presidio permanente contro la guerra a favore della pace in Palestina e Israele, sulla base della legalità internazionale. Ci rivolgiamo a tutti, in modo particolare a tutti i giovani, senza distinzione di fede o nazionalità, che hanno ereditato un mondo dilaniato dalla guerra e depauperato da scelte politiche insensate, perché il nostro Mediterraneo riacquisti il suo splendore.” In allegato il testo completo dell’appello e le prime adesioni.