Ieri, 19 novembre 2014, la IV Sezione Penale della corte di Cassazione ha emesso la sentenza definitiva sul processo “Eternit”, annullando la condanna a 18 anni di reclusione, inflitti al magnate svizzero Stephan Schmidheiny, amministratore delegato della multinazionale, ed i risarcimenti alle famiglie dei lavoratori e delle vittime causate dall’inquinamento, prodotto dalla lavorazione dell’amianto negli stabilimenti di Casale Monferrato (AL), Cavagnolo (TO), Rubiera (RE) e Bagnoli (NA).
La Camera del Lavoro (CGIL) della provincia di Torino era presente al presidio con una sua delegazione, tra cui anche il rappresentante della Fisac Piemonte, che scrive…
Il Procuratore Generale della Corte di Cassazione, Dott. Jacoviello, già famoso per aver “cassato” una delle condanne, subite dal noto Marcello Dell’Utri nei suoi processi, ha argomentato con notevole maestria e dottrina, come uso in Cassazione, giungendo alla conclusione che il reato ascritto all’imputato doveva essere “prescritto”.
Durante la sua lunga arringa ha analizzato i concetti di Dolo e Disastro ambientale, giudicando “pionieristica” l’ interpretazione del reato, conseguente le indagini, condotte dal Procuratore del Lavoro di Torino, Guariniello e che portarono alla condanna nel processo di primo grado, confermata , anzi aumentata per numero anni di reclusione ed ammontare dei risarcimenti, dal giudizio di secondo grado.
Citando gli studi epidemiologici, le sicurezze scientifiche, accertate fin dagli anni ‘ 70, sulla correlazione eziologica tra l’esposizione all’ amianto, la sua lunga, anche pluridecennale,
incubazione prima del manifestarsi di patologie, come Asbestosi ed il terribile ed incurabile Mesotelioma, ha interpretato inizio del “Dolo” nel momento dell’esposizione primigenia
con l’agente lesivo (in questo caso nel 1966), e non quando si manifesta clinicamente la malattia. Inoltre essendo il “Disastro ambientale” iniziato anche esso con l’immissione nel
territorio dell’agente, il reato inizierebbe contestualmente al “Dolo”. …
Secondo il Codice Penale i reati così giudicati cadono in prescrizione dopo 12 anni …
Le corti di Torino , invece, avevano interpretato il “Dolo” ed il successivo “Disastro ambientale” come perduranti: fino alla bonifica completa delle aree industriali e circostanti
(primo grado) e fino a quando non ci sarà più un’ eccedenza di vittime amianto-correlate (secondo grado). Tali sentenze “rivoluzionarie” avrebbero dato, se confermate in Cassazione, un notevole impulso a tutte le lotte per la tutela della salute nei luoghi di lavoro, per una produzione industriale attenta ai prodotti usati ed ai derivati e soprattutto al rischio di contaminazione del territorio in cui sono presenti gli stabilimenti.
Ricordiamo che le denunce delle morti dei lavoratori Eternit, sono nate all’interno delle stesse aziende da parte dei lavoratori e dei sindacalisti; tra tutti il rappresentante CGIL
Pondrano di Casale Monferrato, ieri presente a Roma ad assistere come molti a questo ennesimo oltraggio alla dignità del lavoro e dei Lavoratori..
Con una ben architettata sceneggiatura, il Dott. Jacoviello, solo “in cauda venenum” ha iniziato a far comprendere all’uditorio dove voleva giungere. Al punto che, molti familiari
delle vittime presenti in aula, tra cui la mia vicina di sedia, commentavano favorevolmente i suoi dotti passaggi, lasciandosi andare anche a ricordi tristi, ma speranzosi di giustizia : “
… Sta dalla nostra parte… mio marito è morto a 61 anni 5 anni fa. Io lavavo le sue tute, sporche di quella polvere biancastra, tutti i giorni e con i miei figli respiravamo la stessa
aria. Tutti viviamo con la spada di Damocle del mesotelioma…”.
Il dubbio inizia ad insinuarsi, quando amleticamente, il Procuratore Generale, inizia ad argomentare che “… il Diritto può non coincidere con la Giustizia ed in questi casi bisogna
far prevalere il Diritto…”. Perciò chiede: “Annullamento (detto sommessamente, quasi sottovoce) senza ricorso “ . La scena ha del surreale! Non tutti comprendono la richiesta e
si sentono timidi applausi sia dai settori, occupati dai familiari delle vittime, sia da quello degli avvocati Eternit.
Con questa sentenza la Corte di Cassazione ed il suo Procuratore Generale, Dott. Jacoviello, mettono fine ad un percorso, in cui si sperava poter iniziare un percorso di tutela di mondi spesso in passato apparentemente in conflitto, Lavoro ed Ambiente, Salute e Lavoro ( vedi anche il dramma dell’ ILVA di Taranto), coinvolgendo le Comunità colpite e non solo i Lavoratori e le loro famiglie.
Grazie al Dott. Jacoviello ed alla Corte di Cassazione celebriamo il Diritto e sacrifichiamo la Giustizia!
In Nome del Diritto, come interpretato dal Dott. Jacoviello e dalla Corte di Cassazione, si nega il senso naturale della Giustizia;
In Nome del Diritto, come interpretato dal Dott. Jacoviello e dalla Corte di Cassazione, si sacrificano di nuovo i morti e si nega la Giustizia, riconoscendo un minimo di risarcimento,
che avrebbe potuto contribuire anche a pagare le cure di una molto probabile malattia, conseguenza del Dolo del Prescritto.
In Nome del Diritto, come interpretato dal Dott. Jacoviello e dalla Corte di Cassazione, si nega la Giustizia, figlia delle ricerche epidemiologiche e scientifiche, che certificano che
l’amianto continua ad avvelenare ed uccidere anche dopo molti anni dal suo rilascio nell’ambiente e quindi non può essere trattato come un dolo “hic et nunc”!
In Nome del Diritto, come interpretato dal Dott. Jacoviello e dalla Corte di Cassazione, si nega la Giustizia ed il riconoscimento di anni di lotte di lavoratori, sindacati , organizzazioni
in materia di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
In Nome del Diritto, come interpretato dal Dott. Jacoviello e dalla Corte di Cassazione, si nega la Giustizia e si blocca il timido tentativo di mettere un freno all’indifferenza dei
modelli produttivi rispetto all’ambiente circostante.
In Nome del Diritto e dell’assoluta supremazia del Capitale su ogni aspetto anche pallidamente regolatorio del suo manifestarsi, si nega la Giustizia per i Proletari, nel senso
etimologico del termine.
In Nome del Diritto, come interpretato dal Dott. Jacoviello e dalla Corte di Cassazione, il Capitalista Schmidheiny non può essere condannato e si nega la Giustizia ai figli (prole) dei
suoi dipendenti, morti a migliaia nella lavorazione dell’Amianto, che gli permettono una dorata pensione in Costa Rica….
In Nome del Diritto Borghese, non invochiamo la negata “Giustizia Proletaria”, ma sempre citando il buon Guccini, la Locomotiva deve “tirare ancora”…
La CGIL , figlia di questa Storia, non demorderà…
Col solito “Pessimismo della Ragione ed ottimismo delle volontà”,
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