Il 25 novembre ricorre la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne. Nel 1999 l’Assemblea Generale delle Nazioni Unite proclamò il 25 novembre Giornata mondiale contro la violenza di genere e la data fù scelta in onore delle sorelle Mirabal, attiviste della Repubblica Dominicana uccise il 25 novembre 1961 dagli uomini di regime per la loro opposizione alla sanguinaria dittatura di Trujillo.
Una giornata “vitale”, è il caso di dire, considerando che la violenza è la prima causa di morte e invalidità permanente per le donne in Europa e nel mondo, prima delle guerre, degli incidenti stradali o del cancro. Le statistiche sulla violenza sulle donne mostra numeri drammatici: più del 70 per cento delle donne nel mondo sono state vittime nel corso della loro vita di violenza fisica o sessuale da parte di uomini e praticamente ogni donna può affermare di essere stata nella propria vita tormentata, molestata o oppressa da un uomo.
Parlando di femminicidio, la manifestazione più estrema della violenza di genere, più di 100 sono le donne morte nel nostro Paese dall’inizio di quest’anno. Ma la morte è solo la punta dell’iceberg del triste fenomeno quella che non può essere occultata o negata. La violenza è drammaticamente più diffusa e capillare, prende molteplici forme e si manifesta in innumerevoli contesti: dalla violenza fisica a quella psicologica, nei rapporti affettivi o in quelli sociali, in ambito domestico o lavorativo. Donne offese, tormentate, ossessionate, maltrattate, picchiate, violentate dai fidanzati, mariti, compagni, ma anche da uomini respinti o dai padri o fratelli a seguito di scelte di vita non condivise.
Per fronteggiare e arginare la violenza occorre educare la popolazione ed occorrono, come primo passo, anche leggi specifiche. La legge dovrebbe precedere e guidare infatti il mutamento del comune sentire ed aprire la strada al cambiamento in positivo delle coscienze. Tuttavia, nonostante i progressi delle politiche nazionali, più di cento Paesi sono privi di una legislazione specifica contro la violenza domestica. L’Unione europea e il Consiglio d’Europa sono impegnati per favorire il superamento di questa emergenza sociale e, nel 2011, è nata la Convenzione di Istanbul per la prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne e la violenza domestica. Si tratta di uno strumento che vincola giuridicamente gli stati in materia. L’Italia ha ratificato la Convenzione nel giugno 2013, ma la normativa non è ancora in vigore perché non è stato raggiunto il numero minimo di ratifiche.
Come nel resto del mondo, anche in Italia saranno tante le iniziative messe in campo per sensibilizzare e informare, far pensare e riflettere su una vera e propria emergenza sociale che conta milioni di vittime al femminile in tutto il mondo.
Le donne vittime di violenza possono contattare i centri antiviolenza o chiamare il numero verde 1522 della Polizia di Stato attivo 24 ore su 24.
Documento Coordinamento Donne Unicredit Sicilia