Caro collega Presidente,
prendiamo atto che, solo dopo lo sciopero dei 14 novembre scorso Lei abbia ritenuto opportuno, su un argomento così rilevante come l’attuazione della legge n. 114/2014 (che come è noto ha convertito con modificazioni sostanziali il DL.90/2014) chiarire finalmente la posizione del Consiglio dell’Autorità, peraltro in piena sintonia con “le voci” finora circolate (fondate sulle comunicazioni del Segretario Generale).
Caro collega Presidente,
dopo la meschina cancellazione dal sito istituzionale dell’Autorità della dicitura “sede principale” in riferimento alla sede di Napoli, a legge 114 appena approvata, rileviamo anche che con un maldestro gioco di prestigio sta tentando di ribaltare la realtà storica oltre che la lettura del testo della norma, arrivando a sostenere che la sede principale dell’Autorità potrebbe non essere più Napoli ma Roma.
Caro collega Presidente,
per quanto attiene poi alla questione inerente il contenimento della spesa, la informiamo (qualora i suoi diretti collaboratori non lo abbiano già fatto) che la sede secondaria di Roma ha un costo di tre volte superiore a quello della Sede Principale di Napoli, e che i millantati presunti costi derivanti dai trasferimenti del personale non sussistono, in quanto le indennità di prima sistemazione o sono state già percepite (art. 4 della delibera 408/99/Cons) o non devono essere corrisposte al personale che presta servizio a Roma illegittimamente, ivi compreso dirigenti, direttori, cognomi “nobili“ e privilegiati a vario titolo che pur assegnati nella sede principale di Napoli continuano a lavorare presso gli Uffici di Roma anche grazie al connivente silenzio Suo e dei vertici di questa amministrazione.
Caro collega Presidente,
In relazione, poi, alle interlocuzioni avute con il Governo, le chiediamo, per trasparenza, di rendere noto a tutti i lavoratori le comunicazioni intercorse sull’argomento. Allo stesso tempo, ci interroghiamo e ci meravigliamo di questo comportamento. Noi abbiamo chiaro il disposto delle leggi in riferimento sia alla natura dell’indipendenza dell’Autorità sia alla chiara volontà espressa dal Parlamento che ha superato in fase di conversione la visione romanocentrica del dl 90/2014 in merito all’ubicazione delle sedi delle Autorità.
Caro collega Presidente,
Non ci risulta che la Legge 114/2014 preveda che la rivitalizzazione ed il rilancio della sede principale di Napoli dell’Agcom debba essere effettuata solo con la presenza costante di un Vice segretario.
Caro collega Presidente,
in relazione alla ormai “famigerata” audizione del 10/7/2014 davanti alla Commissione Affari Costituzionali i lavoratori di Napoli ricordano solo l’atteggiamento profondamente irriguardoso ed irritante nei confronti dei componenti della commissione e l’abile attività di “sindacalista di se stesso” manifestata nel Suo esclusivo interesse per il “ cooling-off”.
Caro collega Presidente,
lasci ad altri la tutela dei lavoratori. Le aule dei Tribunali sono piene di atti conseguenti alle sue tutele nei confronti dei “ tecnici raccogliticci ” dell’AGCOM. Il suo compito primario è quello di rispettare e far rispettare la volontà del Parlamento, unica Istituzione cui, Le ricordiamo, Lei deve rispondere.
Caro collega Presidente,
sebbene il Palazzo inizi a scricchiolare, prendiamo atto con amarezza e preoccupazione che il Consiglio non tiene in alcuna considerazione le rivendicazioni dei sindacati e dei lavoratori che hanno proclamato e aderito in massa allo sciopero del 14 novembre u.s.. Riteniamo che continuare su questa strada con la cieca ostinazione manifestata in questi giorni non tuteli l’Autorità, non garantisca la serenità dei lavoratori e quindi non li rappresenti.
Caro collega Presidente,
Cgil e Uil hanno a cuore le sorti del Paese. Noi tuteliamo tutti i lavoratori, nessuno escluso. Noi tuteliamo i diritti e non i privilegi.
Caro collega Presidente,
siamo sicuri che il mondo accademico apprezza le Sue qualità meglio di noi “semplici” rappresentanti sindacali dei lavoratori dell’Autorità che, se gestita ancora per poco con le modalità fin qui perseguite da codesto Consiglio, non vedrà soltanto la chiusura della sede di Napoli ma la sua completa sparizione.
Caro collega presidente,
Farà sicuramente un buon servizio alla collettività se rassegna, immediatamente,insieme a tutto il Consiglio del quale si è reso portavoce, le dimissioni.