Bcc: Rinnovo Ccnl, Il problema sono i lavoratori…?

Ieri sera, a conclusione di una sessione di incontri propedeutici ad impostare un negoziato fondato almeno sulla condivisione “autentica” dello scenario e sulla necessaria assunzione delle responsabilità conseguenti, auspicabilmente condivise, ci siamo dovuti arrendere all’evidenza delle dichiarazioni di Federcasse: “Non ci sono spazi, non abbiamo il mandato, non sono argomenti di questo tavolo…”
E’ bene quindi riepilogare brevemente i fatti.
Come noto le Organizzazioni Sindacali hanno elaborato da tempo un documento organico, che propone un’analisi approfondita e articolata dei problemi del Credito Cooperativo sulla scorta della crisi iniziata nel 2008, poi aggravata dai limiti strutturali, unitamente alle soluzioni necessarie.
E’ utile ricordare che le nostre analisi furono definite da Federcasse prima allarmistiche, poi irricevibili e offensive sino a tempi più recenti, quando per ragioni imperscrutabili divennero “condivisibili” MA con alcune riserve?!
Le molteplici e crescenti crisi di singole Bcc confermano impietosamente la fondatezza di quelle analisi che, per mero esercizio di memoria, sostenevamo già da alcuni anni.
Abbiamo richiesto ripetutamente di aprire un confronto serio e costruttivo per affrontare quei nodi che oggi, ci viene detto, potrebbero mettere a rischio i complessivi livelli occupazionali.
Nonostante questo siamo stati bloccati alcuni mesi sull’esigenza indifferibile (almeno così ci fu comunicato…) di assolvere alcuni compiti preventivi (Fondo per l’occupazione, testo coordinato del CCNL 21.12.2012, accordo agibilità sindacali e due articoli del CCNL che riguardano in sostanza solamente il Gruppo bancario), ai quali era subordinata la possibilità che Federcasse stessa prorogasse il recesso del CCNL comunicato il 26/11/2013.
I primi due temi erano tra l’altro impegni già sottoscritti nel CCNL 21.12.2012, che avrebbero dovuto essere stati assolti da tempo.
Nonostante ciò abbiamo raccolto la sfida, ancorché strumentale, per sgombrare il campo dagli alibi che sono stati ripetutamente utilizzati da Federcasse per non affrontare realmente le questioni nodali.
Nel frattempo, sempre per dimostrare concretamente la nostra consapevole determinazione, abbiamo presentato la piattaforma per il rinnovo del CCNL 21.12.2012 ovviamente ispirata dall’analisi di sistema abbondantemente ripresa nella premessa. Questa si chiama coerenza!
E arriviamo ai giorni nostri.
Il confronto sostanzialmente non decolla perché Federcasse dichiara si di condividere l’analisi delle Organizzazioni Sindacali sulle criticità aggravate dai limiti strutturali, ma poi ne trae conseguenze opposte.
Vale a dire che l’unico tema titolato ad essere discusso sul tavolo nazionale tra le parti, secondo Federcasse, è quello esclusivo dei costi del personale.
Posizione ribadita anche nell’incontro di ieri!

Premesso che, all’attualità, i fattori che hanno fornito il contributo più evidente e documentato al contenimento dei costi sono stati quelli relativi al Personale (in flessione sia come addetti che come onere complessivo) e le stesse relazioni sindacali di settore (l’accordo del 31.7.2014 ha diminuito i permessi sindacali già comparativamente molto inferiori al settore delle banche ordinarie del 10% medio), rimane il fatto della inaccettabilità di tale impostazione per ragioni di merito e di equità, oltre che di pedissequa riproposizione degli schemi ABI.
E’ di tutta evidenza che l’incidenza maggiore e non sostenibile dei costi si annida: nelle “funzioni ripetute”; nell’assenza di economie di scala conseguenti alla mancanza di funzionalità di sistema adeguate; nella gestione dei piani sportelli; nel troppo spesso malinteso concetto di autonomia; nell’ingiustificata elargizione di riconoscimenti economici importanti anche nel durante della crisi; nell’autoreferenzialità alla quale troppo spesso assistiamo; nei costi degli organi amministrativi in alcuni casi addirittura imbarazzanti sia per numero, sia per quantità e nell’assenza di iniziative dall’inizio della crisi (oramai 7 anni) adeguate alle criticità generatesi (credito problematico tra tutti).
Ogni intervento sul costo del personale quindi, nella migliore delle ipotesi potrebbe solamente concorrere a sostenere un processo più articolato di messa in sicurezza del Credito Cooperativo, che certamente non dipende dallo stesso (nel solo 2013 le rettifiche su crediti hanno superato abbondantemente il costo del lavoro).
Ma c’è anche un altro tema che riguarda l’equità.
Non è sostenibile che in una fase di straordinaria complessità (per altro sino a poco tempo fa negata), all’assunzione di “responsabilità condivisa”, da praticarsi doverosamente da parte di ogni gruppo dirigente adeguato alla situazione, si sostituisca la retorica del “noi siamo per la tutela dell’occupazione”, salvo poi rifiutare ogni disponibilità a ragionare di programmazione industriale (le soluzioni ai problemi strutturali), di governo di tutti costi (perché solamente quelli dei dipendenti?), di trasparenza (misurare la corresponsabilizzazione), di valorizzazione partecipativa del fattore lavoro (a contributo straordinario corrisponde un riconoscimento straordinario).
Le OO.SS hanno dichiarato e formalizzato a Federcasse, che dall’analisi della situazione ne deve conseguire un’assunzione di responsabilità collettiva, la quale coinvolga tutti i fattori di costo e si regga sul presupposto della trasparenza.
In questa logica ciascuno deve fare la propria parte inclusa la necessità di sviluppare un confronto costruttivo anche sugli aspetti programmatici, perché la semplice strategia difensiva diminuirà la propria efficacia con il trascorre del tempo e il prevedibile aumento delle condizioni di criticità.
A questo si deve aggiungere l’apertura a concrete forme di coinvolgimento del “Fattore Lavoro”, che oltre ad essere quello che rischia maggiormente, rappresenta il naturale bilanciamento del contributo richiesto e della vocazione autenticamente Cooperativa.
Se Federcasse, come allo stato parrebbe, assumesse in occasione del proprio Consiglio Nazionale del 30 e 31 p.v. la determinazione di procedere con la disapplicazione del CCNL, sancirebbe una frattura profonda con i propri “Collaboratori” assolutamente deprecabile.
Auspichiamo, viceversa, che prevalga la volontà e la responsabilità di riprendere un percorso serio in tempi sostenibili, scevro da indebite pressioni o da emulazioni di schemi importati da altri contesti.
Da parte nostra, come sempre, c’è la volontà come abbiamo rappresentato in occasione delle assemblee con il Personale, di sviluppare ognuno degli argomenti già enunciati, purché si lavori “tutti insieme” per costruire un futuro per il Credito Cooperativo, anche occupazionale.
Altri obiettivi tesi a scaricare nell’immediato gli oneri solamente sui lavoratori in una condizione di assenza di progettualità, che ne ipotecherebbe anche il futuro, non troveranno alcuno spazio.

Roma, 29 ottobre 2014
LE SEGRETERIE NAZIONALI
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