“Non ci siamo trovati nelle condizioni di licenziarne nessuno”
Così si è espresso l’AD Mazzucchelli all’annuale assemblea dei soci del 26 aprile scorso, precisando la dichiarazione del presidente Bedoni per cui Cattolica ha portato a casa utili superiori alla media del mercato e garantito l’occupazione ed il lavoro.
Il giorno seguente l’Avvenire commentava: “D’altra parte è la dottrina sociale della Chiesa a segnare il passo di questa realtà virtuosa”
La chiara ammissione del Amministratore Delegato lascia poco spazio alle interpretazioni; non si tratta dell’affermazione di un principio etico o di responsabilità sociale per cui <>, ma suona più come un’opzione possibile da esercitarsi unilateralmente quando e dove potesse servire.
Dalle parole ai fatti.
Poche settimane addietro si è utilizzato l’incidente intervenuto a livello di infrastrutture tecnologiche per ribaltare su un singolo lavoratore le responsabilità delle evidenti carenze nei presidi tecnologici e organizzativi che dovrebbero eliminare o comunque ridurre al minimo i rischi di business continuity.
Settimana scorsa si sono fatte pagare ad un altro lavoratore presunte esigenze di riorganizzazione delle attività dell’area in cui opera che hanno portato alla “soppressione della posizione organizzativa ricoperta”, senza il minimo tentativo di ricollocamento in altra posizione.
La Fisac CGIL ritiene inammissibile che l’azienda proceda a continue ridefinizioni delle attività al solo scopo di far scomparire qualche casellina.
Ognuno di noi è qui per lavorare e non per occupare una casellina negli organigrammi aziendali ……
La maggior parte dei colleghi oggi si trova peraltro in una casellina diversa da quella di origine per disposizione aziendale.
Questo gioco dei tre cantoni non può finire su una casella con la scritta ESCI DAL GIOCO.
E’ doveroso e necessario ricercare soluzioni alla più idonea collocazione delle risorse nell’interesse del singolo ma anche di tutti i lavoratori.
Invitiamo i colleghi a riflettere e giudicare l’azienda sulla base di quello che fa e non in base a ciò che dice di perseguire.
Invitiamo le altre organizzazioni sindacali a riscoprire il senso dell’azione sindacale unitaria, che dà più forza ai lavoratori.
Invitiamo infine la Direzione ad evitare alti proclami che possono avere solo il senso dell’ipocrisia, e ad adoperarsi più modestamente e fattivamente alla costruzione di relazioni sindacali che abbiano al centro il riconoscimento della dignità del lavoro e del contributo di tutti al raggiungimento dei risultati.
Milano, Roma, Verona, 2 luglio 2014
FISAC CGIL GRUPPO CATTOLICA