Giovedì scorso l’azienda ha presentato alle organizzazioni sindacali una proposta per l’introduzione di misure di welfare aziendale complementari rispetto agli istituti del contratto integrativo, già promosse dalla FISAC CGIL durante la trattativa per il rinnovo del CIA di Gruppo.
Si tratta in sostanza di sfruttare, su base volontaria, le possibilità offerte dalla normativa fiscale rispetto alla non imponibilità per il lavoratore (e per l’azienda) di alcune tipologie di spese sostenute a favore dei propri familiari.
Ovvero di erogare quote di stipendio nella forma del rimborso di spese considerate di utilità sociale quali ad esempio per la frequenza di asili nido o di scuole di ogni ordine e grado.
A fronte del beneficio fiscale in busta paga si avranno tuttavia minori contributi pensionistici, un minor accantonamento a TFR e non si dovranno portare in detrazione le spese nel 730.
La nostra organizzazione ha subito osservato che l’impostazione aziendale vedrebbe l’immotivata esclusione dai benefici di questo istituto di importanti quote di lavoratori, riproponendo in tal modo le logiche di divisione che abbiamo più volte denunciato con riferimento all’esito dell’ultimo rinnovo contrattuale.
Considerando peraltro che si tratta di utilizzare una normativa di vantaggio prevista a livello nazionale, e non di metter mano alle casse aziendali, non comprendiamo perché si debba continuare a fare dei distinguo tra lavoratori; la legge non ne fa.
Tra i limiti della proposta aziendale anche l’esclusione delle spese per i servizi di trasporto collettivo pubblico o delle spese riferite al coniuge.
Segnaliamo in ultimo che il vantaggio fiscale per l’azienda, pari al 34%, deriva dal mancato versamento dei contributi previdenziali e del TFR, tutte quote di salario differito del lavoratore.
L’azienda ha dichiarato di volerne retrocedere al lavoratore solo il 20% e di trattenersene circa il 14% a titolo di compensazione delle spese per la “gestione amministrativa”.
La FISAC CGIL ha presentato una propria proposta che permette di cogliere tutte le possibilità consentite dalla normativa e che ne estende i benefici a tutti i lavoratori che operano nel Gruppo Cattolica.
Invitiamo l’azienda e le altre organizzazioni sindacali a voler considerare tutte le osservazioni, valorizzandone l’apporto costruttivo ed il respiro unitario nell’interesse di tutti i colleghi.
Milano, Roma, Verona, 15 Luglio 2014
FISAC CGIL GRUPPO CATTOLICA
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