Banco di Sardegna: il primo atto è stato un successo

By: Julie Tuason – All Rights Reserved

Il 4 luglio è affiorata la rumorosa e responsabile protesta dei Lavoratori del Banco di Sardegna, gli sportelli sono rimasti chiusi per denunciare la grave situazione in cui la nostra azienda si è infilata, lasciandosi sfuggire di mano l’intera organizzazione del lavoro.
In questi giorni l’opinione pubblica riceve quasi contemporaneamente le notizie sullo sciopero dei lavoratori e le proteste dei clienti rispetto a sempre più evidenti restrizioni del credito.
Sono due lati della stessa medaglia: da un lato i tagli dei costi, le riduzioni di personale, le chiusure di filiali, la scelta di un modello organizzativo debole e astratto applicato per giunta in modo contraddittorio e confusionario; dall’altro una risposta alla clientela sempre più spesso incerta, tardiva e quando si tratta di credito, negativa.
E’ possibile che i costi della ristrutturazione e degli errori che nessuno vuole correggere ricadano esclusivamente sui lavoratori e sulla clientela mentre le Alte sfere sono indenni dalla famigerata revisione dei costi (in “biperese” cost reduction)?
Con questa confusione non basta più il consueto barcamenarsi dei colleghi per colmare le lacune organizzative.
Oggi, sempre più convinti delle nostre ragioni, come Lavoratori di quest’Azienda ribadiamo ai vertici, anche per dare un senso ai loro più che lauti compensi, la necessità ormai inderogabile di risolvere i problemi con questi indispensabili interventi:

  • assunzioni;
  • rivisitazione del modello organizzativo della Direzione Generale, di BperServices e della Rete (es. la dissennata differenziazione delle filiali in A e B e il dimensionamento sbilanciato dei portafogli);
  • trasparenza nei percorsi professionali, meritocrazia e valorizzazione delle risorse interne (due aree su sei sono governate da distaccati del Gruppo, così come diverse figure apicali della Banca);
  • formazione;
  • procedure e supporti informatici adeguati al terzo millennio;
  • tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori.

Lo sciopero della scorsa settimana è il primo passo di una protesta che chiede miglioramenti e strategie per un’azienda di cui tutti, a parte i Lavoratori, si sono disinteressati:

  • la Capogruppo che non fa i necessari investimenti per lo sviluppo dell’Azienda, dei Lavoratori e del Territorio;
  • la Fondazione Banco di Sardegna troppo impegnata nella distribuzione di poltrone;
  • il Presidente del Banco di Sardegna che latita;
  • il CDA e il Management che ratificano meccanicamente decisioni prese oltremare.

Lo ripetiamo, ci vuole un deciso cambio di rotta: chi dirige questa banca non può continuare ad essere sordo ai segnali che arrivano da noi Lavoratori del Banco e dalla clientela.
A meno che non ci sia a monte una scelta strategica di depotenziamento e destabilizzazione della Banca.
Sassari, 11 luglio 2014
Le Segreterie di Coordinamento del Banco di Sardegna

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