da rassegna.it
“Serve un deciso cambio di rotta nella trattativa per il rinnovo del contratto o altrimenti sarà conflitto”. E’ il messaggio lanciato oggi dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, all’Abi in merito al negoziato per il rinnovo del contratto nazionale per i 300 mila bancari italiani, a pochi giorni dall’assemblea annuale dell’associazione bancaria. Un ‘avvertimento’, quello del leader della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, promosso in occasione della presentazione del documento dal titolo ‘Un modello di banca al servizio dell’occupazione e del paese’ sottoscritto da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito e Sinfub sul nuovo modello di business per le banche.
Una proposta che i sindacati del credito mettono al centro, insieme alla piattaforma rivendicativa, del rinnovo del contratto nazionale e che ha come obiettivo “un deciso cambiamento strategico che disegni un diverso modello di banca che sia al servizio del paese e dell’occupazione”. Il documento disegna infatti “un diverso approccio che rilanci il ruolo della banca commerciale, tale da scacciare la finanza cattiva all’origine della crisi. Un modello di banca più attento alla crescita e all’occupazione, che faccia dell’attività di consulenza il core business, che intercetti e non subisca le innovazioni tecnologiche, puntando sulla formazione e sulla riqualificazione dei dipendenti, bloccando per questa via la logica dei tagli lineari e l’emorragia occupazionale, creando le occasioni per l’ingresso di giovani”.
La nostra proposta unitaria, ha spiegato oggi il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, “che veicoleremo in contemporanea ai negoziati contrattuali, mira alla costruzione di una grande alleanza alla luce di un messaggio molto netto: contro l’egoismo che ha caratterizzato in questi oltre dieci anni la classe dei banchieri, mettiamo in campo un’idea di crescita e di solidarietà dei bancari. A dimostrazione che i sindacati e i lavoratori stanno dalla parte del paese, della crescita e della solidarietà”. L’idea alla base della proposta è quella di “determinare le condizioni per invertire il declino, mettendo in campo un diverso modello di business per le banche, fondato sulla consulenza strategica nei confronti delle famiglie e delle imprese, per fare del sistema bancario un asset centrale per favorire nuovi investimenti, generare crescita e produrre nuova occupazione”.
Infatti, secondo il leader della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, “per quanto riguarda le prospettive occupazionali del settore, il rapporto tra innovazione digitale e come questa si riflette in termini di eventuali esuberi, e la capacità di conversione, riqualificazione e formazione verso l’attività di consulenza, può produrre un risultato: l’occupazione smette di ridursi per cominciare da un lato a riqualificare il personale e dall’altro riprendere le assunzioni di giovani, come dimostra l’ultimo accordo in Unicredit”. Megale ha infatti sottolineato come “non si crea occupazione con tassi di crescita dello zero virgola, bisogna veicolare un volume di investimenti per far riprendere produzione e domanda interna. Solo questa combinazione può produrre un nuovo ciclo di occupazione”.
Se le cose non dovessero cambiare, infatti, ha spiegato il dirigente sindacale, ovvero “se il paese si arrende all’evidenza empirica degli ultimi cinque anni, non riprenderemo una crescita dell’occupazione prima del 2025. Sappiamo di essere una piccola categoria ma con questa operazione puntiamo a metterci al servizio del paese, per invertire la tendenza del declino. Noi facciamo la nostra parte, chiediamo ai banchieri e all’Abi di farlo, a partire dal rinnovo del contratto. Per questo proponiamo una grande alleanza nel paese, che investa lavoratori, imprese e cittadini, che sia capace di indurre il settore bancario a ripensare il suo ruolo, mettendosi così per davvero al servizio del paese”.
Banche: Megale (Fisac) a Abi, cambi atteggiamento su contratto o conflitto
“Serve nuovo modello banca, per crescita e occupazione”
Roma, 8 luglio – “Serve un deciso cambio di rotta nella trattativa per il rinnovo del contratto o altrimenti sarà conflitto”. E’ il messaggio lanciato oggi dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, all’Abi in merito al negoziato per il rinnovo del contratto nazionale per i 300 mila bancari italiani, a pochi giorni dall’assemblea annuale dell’associazione bancaria. Un ‘avvertimento’, quello del leader della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, promosso in occasione della presentazione del documento dal titolo ‘Un modello di banca al servizio dell’occupazione e del paese’ sottoscritto da Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Uilca, Dircredito, Ugl Credito e Sinfub sul nuovo modello di business per le banche.
Una proposta che i sindacati del credito mettono al centro, insieme alla piattaforma rivendicativa, del rinnovo del contratto nazionale e che ha come obiettivo “un deciso cambiamento strategico che disegni un diverso modello di banca che sia al servizio del paese e dell’occupazione”. Il documento disegna infatti “un diverso approccio che rilanci il ruolo della banca commerciale, tale da scacciare la finanza cattiva all’origine della crisi. Un modello di banca più attento alla crescita e all’occupazione, che faccia dell’attività di consulenza il core business, che intercetti e non subisca le innovazioni tecnologiche, puntando sulla formazione e sulla riqualificazione dei dipendenti, bloccando per questa via la logica dei tagli lineari e l’emorragia occupazionale, creando le occasioni per l’ingresso di giovani”.
La nostra proposta unitaria, ha spiegato oggi il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, “che veicoleremo in contemporanea ai negoziati contrattuali, mira alla costruzione di una grande alleanza alla luce di un messaggio molto netto: contro l’egoismo che ha caratterizzato in questi oltre dieci anni la classe dei banchieri, mettiamo in campo un’idea di crescita e di solidarietà dei bancari. A dimostrazione che i sindacati e i lavoratori stanno dalla parte del paese, della crescita e della solidarietà”. L’idea alla base della proposta è quella di “determinare le condizioni per invertire il declino, mettendo in campo un diverso modello di business per le banche, fondato sulla consulenza strategica nei confronti delle famiglie e delle imprese, per fare del sistema bancario un asset centrale per favorire nuovi investimenti, generare crescita e produrre nuova occupazione”.
Infatti, secondo il leader della categoria dei lavoratori del credito della Cgil, “per quanto riguarda le prospettive occupazionali del settore, il rapporto tra innovazione digitale e come questa si riflette in termini di eventuali esuberi, e la capacità di conversione, riqualificazione e formazione verso l’attività di consulenza, può produrre un risultato: l’occupazione smette di ridursi per cominciare da un lato a riqualificare il personale e dall’altro riprendere le assunzioni di giovani, come dimostra l’ultimo accordo in Unicredit”. Megale ha infatti sottolineato come “non si crea occupazione con tassi di crescita dello zero virgola, bisogna veicolare un volume di investimenti per far riprendere produzione e domanda interna. Solo questa combinazione può produrre un nuovo ciclo di occupazione”. Se le cose non dovessero cambiare, infatti, ha spiegato il dirigente sindacale, ovvero “se il paese si arrende all’evidenza empirica degli ultimi cinque anni, non riprenderemo una crescita dell’occupazione prima del 2025. Sappiamo di essere una piccola categoria ma con questa operazione puntiamo a metterci al servizio del paese, per invertire la tendenza del declino. Noi facciamo la nostra parte, chiediamo ai banchieri e all’Abi di farlo, a partire dal rinnovo del contratto. Per questo proponiamo una grande alleanza nel paese, che investa lavoratori, imprese e cittadini, che sia capace di indurre il settore bancario a ripensare il suo ruolo, mettendosi così per davvero al servizio del paese”.
(ANSA) – ROMA, 8 LUG – Un nuovo modello di banca che possa contribuire al rilancio del paese e arginare, se non favorire, l’emorragia dei dipendenti del settore, che si avviano a scendere sotto la soglia dei 300mila, superando la logica dei soli tagli orizzontali di personale e filiali. I sindacati del credito, in una conferenza stampa unitaria, chiedono ai vertici degli istituti di reagire al declino e superare l’attuale modello, puntando su una banca che sia ‘consulente strategico’ di imprese e famiglie e favorisca gli investimenti.
Per i sindacati quindi la riqualificazione del personale puo’ coniugarsi con l’inevitabile avanzamento dell’innovazione tecnologica offrendo, a imprese e famiglie, servizi migliori e contribuendo al rilancio dell’economia italiana. Per questo il documento affronta una serie di tematiche e ribadisce come necessario il rinnovo contrattuale, attualmente in stallo in attesa dell’assemblea Abi del 10 luglio. “La novita’ – spiega Giulio Romani della Fiba – e’ che il sindacato si fa parte attiva di un modello che possa generare occupazione uscendo dalla mera tutela di quella esistente. Siamo consci che questo possa avere ricadute ma dobbiamo farlo per dare un futuro al paese”.
Per Mauro Bossola (Fabi) “e’ possibile recuperare risorse interne” e “gia’ si sta facendo” per esempio nel comparto recupero crediti, in parte per destinarle a servizi di consulenza. “Proponiamo alle banche di uscire da una posizione puramente difensiva e di retroguardia per mettersi in gioco, insieme ai propri dipendenti, nell’interesse di tutto il Paese”.
Anche Massimo Masi (Uilca) ricorda l’impegno del sindacato in questi anni: “10 anni fa la filiale era molto diversa, ora i cassieri sono protetti dal Wwf. Noi del sindacato la nostra parte l’abbiamo fatta, ora bisogna uscire dalla logica dei tagli orizzontali del personale e l’Abi deve scegliere al suo interno quale modello vuole ma attualmente e’ divisa”.
Per Agostino Megale (Fisac) occorre uscire “dall’egoismo dei banchieri di questi anni e bloccare il calo dell’occupazione. per tornare comunque a fare crescere il Pil italiano vanno rilanciati gli investimenti e le banche devono fare la loro parte”, “cessando il ping pong con le imprese” sulle cause del credit crunch.(ANSA).
(Il Sole 24 Ore Radiocor) – Roma, 08 lug – Cambiare il modello di banca universale e tornare alla specializzazione con lo scorporo tra banca commerciale e banca d’investimento e la creazione di consorzi per la realizzazione di grandi infrastrutture per il Paese. A due giorni dall’assemblea dell’Abi sono i sindacati del settore a proporre un ‘piano industriale’ ai banchieri. Piano caratterizzato da una maggiore offerta di servizi con un utilizzo piu’ efficiente del capitale umano e che esce dalla ricetta tradizionale di soli tagli dei costi concentrati sul personale. Il nuovo modello, sintetizza il segretario generale Fisac Agostino Megale, e’ quello che “mette al centro la crescita industriale del Paese”. Riqualificare il personale e assumere i giovani e’ possibile secondo i sindacati. I tagli dei costi? Partano dai compensi ai top manager, passino poi dalle consulenze e proseguano con la riduzione delle poltrone nei cda.