AGCOM: “Rispettiamo il DPCM DEL 2007”

By: Kelsea Kaster – All Rights Reserved

La scelta della sede dell’AGCOM a Napoli aveva fatto cadere le barriere che da sempre ostacolavano l’insediamento di istituzioni prestigiose in luoghi diversi dalla Capitale. Inoltre, tale scelta, era vitale per lo sviluppo del Mezzogiorno, in quanto le telecomunicazioni coprono un campo di attività sempre più vasto sospinto dalla più moderna e rivoluzionaria tecnologia. Ma nel corso degli anni una piccola minoranza di burocrati ha invece riportato le cose indietro e trasferito la maggior parte delle competenze e del personale dell’Autorità napoletana a Roma ( città satura di organismi istituzionali di prestigio), creando un grave danno al Mezzogiorno. Dopo l’assurdo, improvviso e ingiustificato ultimo trasferimento a Roma di uno dei pochi dirigenti rimasti a Napoli, ci domandiamo :

  1. Cosa succederà se, con la prossima ed ennesima riorganizzazione, si attiverà, ancora una volta, quello strano meccanismo di vasi comunicanti che fa scorrere ,“ nei tubi che collegano la sede di Roma con quella di Napoli” , un composto “magico” di dirigenti, personale e competenze che produce, sempre, un livello- “contro ogni principio della fisica”- più alto per Roma ?
  2. I lavoratori di Napoli dell’AGCOM sapranno sopportare una eventuale ulteriore erosione di competenze e personale ?
  3. La Regione Campania, la città di Napoli, il Mezzogiorno e il Presidente del Consiglio, che ha promesso di rilanciare Napoli, come reagiranno?
  4. Qual è lo strumento di difesa contro questa possibile minaccia che produrrà un aumento delle distanze tra l’Italia del potere e l’Italia che subisce?

L’italiano medio non ha ancora idee chiare su questi problemi e forse anche gran parte dei nostri politici non riescono a comprendere il grandissimo danno che sta subendo la città di Napoli e tutto il Mezzogiorno, perché questa battaglia si svolge in ambito sociale e tecnico molto limitato. Come volete che i cittadini italiani, con le disastrose condizioni economiche in cui versa il Paese, si interessino al depauperamento della sede di Napoli dell’AGCOM, sebbene tale depauperamento danneggia in modo irreversibile le speranze di sviluppo di una estesissima area del Paese. Pertanto, anche in virtù del contesto sociale in cui si trova il Paese, è difficile rispondere alle suddette domande. Tuttavia la CGIL ci sta tentando. Se nella prossima riorganizzazione i vertici dell’AGCOM non rispetteranno le direttive del DPCM del 2007, la FISAC CGIL chiederà formalmente alla Regione Campania ed al Comune di Napoli ( organi penalizzati da un possibile ulteriore depauperamento della sede di Napoli dell’AGCOM) di accedere agli atti del Consiglio per verificare se gli interessi della Regione e della Città di Napoli sono stati tutelati, visti i DPCM del 1998 e quello del 2007. Inoltre denuncerà al Presidente del Consiglio, ai Presidenti di Camera e Senato ed al Presidente della Repubblica la sistematica e continua migrazione di competenze e personale dalla sede principale di Napoli a quella di Roma .. Poiché, pero è giusto che l’opinione pubblica conosca i fatti e sappia smascherare i sofismi, la CGIL organizzerà sull’argomento degli opportuni incontri, con la classe politica e personalità di rilievo della cultura, per un pubblico contradditorio. Nell’attesa organizzeremo al più presto una assemblea generale dei lavoratori per definire ed individuare, insieme a loro, ulteriori strategie ed interventi. Una cosa è certa, non lasceremo che l’eventuale ulteriore depauperamento della sede di Napoli dell’AGCOM avanza nel silenzio generale. L’evoluzione di questa storia andrà dunque seguita con la massima attenzione anche perché essa incrocia direttamente le esigenze di una area del Paese continuamente violentata, nonché scelte politiche che meritano molto attenzione. Guai a fare confusione in questo momento, guai a non pensare che una ennesima riorganizzazione depauperante per Napoli, pregiudichi irreparabilmente le speranze di sviluppo di Napoli ( l’AGCOM fu insediata a Napoli mentre il Mezzogiorno perdeva il controllo del Banco di Napoli : la più grande Banca del meridione). Questa volta, per fermare gli interessi particolaristici ed individuali, che interferiscono tra le varie parti in campo, andiamo avanti con ordine e senza lasciarci dominare dall’emotività, sebbene il silenzio dell’Amministrazione ( non ottempera, sistematicamente, all’informazione preventiva, ma informa le parti sociali solo a cose fatte ) oltre ad essere irrituale è molto preoccupante, perché in modo sconfortante: · trascura l’importanza del coinvolgimento delle parti sociali e quindi dei lavoratori; · amplifica l’attività unilaterale, riducendo lo spazio negoziale; · comprime la partecipazione sindacale rendendo tutto meno democratico e non condivisibile da chi vede nella Costituzione, in particolare nel fondamentale comma 2 del suo art. 3, il riferimento ordinamentale. RSA FISAC CGILAGCOM

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