da il Giornale dell’Umbria
Oltre a quelle di Francesco Tuccari e Alberto Santini, rispettivamente direttore generale e chief operating officer della Banca popolare di Spoleto, sulle 13 pagine con i 26 articoli che compongono il nuovo contratto integrativo dei dipendenti sono state apposte anche le firme delle segreterie e delle rappresentanze sindacali aziendali di Fabi, Dircredito, Fiba Cisl, Ugl Credito, Uilca Uil e Fisac Cgil. Con la riunione di ieri pomeriggio si è dunque chiusa una partita iniziata lo scorso maggio, quando il dg Tuccari ha lanciato una sorta di ultimatum: o gli istituti che costituiscono il contratto integrativo (scaduto a dicembre) vengono rinegoziati alla luce del contesto complessivo di crisi e dell’ultimo bilancio in sofferenza della banca, oppure ci si limiterà ad applicare il mero contratto nazionale di categoria. Un ultimatum lanciato però subito dopo la stabilizzazione di 48 giovani dipendenti precari e senza lo spettro della parola “esuberi”. Pur partendo da posizioni iniziali non coincidenti, alla fine le varie sigle sindacali hanno fatto fronte comune. Raggiungendo un accordo ritenuto soddisfacente. Soprattutto alla luce del “papello” aggiuntivo di richieste presentato ieri: tagli significativi ai compensi degli amministratori (o riduzioni del numero del numero dei membri del Cda); revisione della parte variabile del compenso dei top manager (da legare sempre più ai risultati complessivi della banca, come si è voluto fare per dipendenti e quadri); un piano di crescita che, al raggiungimento di utili di bilancio nei prossimi anni, potrà portare a nuove assunzioni, fino al numero di 109. Richieste che il dg Tuccari si è impegnato a portare al tavolo del Cda ed a sostenere. Se addirittura si arriverà a “snellire” il Cda attualmente composto da 14 membri, la richiesta dovrà transitare per l’Assemblea dei soci. Soluzione, quest’ultima, auspicata in più occasioni anche dallo stesso Tuccari. E l’imminente cambio della compagine sociale (tra meno di cinque mesi Mps uscirà da Palazzo Pianciani dopo aver incassato una cifra tra i 100 ed i 120 milioni di euro) appare l’occasione giusta per mettere mano anche all’architettura dei vertici della Bps.