Stamattina è intervenuto dal palco del Congresso nazionale della Cgil, a Rimini, Alessio Gramolati, Segretario generale di Cgil Toscana: “Scusate l’accento fiorentino, non è un cedimento alla moda del momento, ero così anche prima – ha esordito, scherzando -. Vorrei partire da una data umiliante per la Toscana: il 13 dicembre 2012, quando un nostro concittadino, fascista, viene a Firenze e spara a tutte le persone di colore che incontra, ne uccide due, ne ferisce altrettante e poi si suicida. Un anno dopo, un sopravvissuto ci confidò: ‘Prima pensavo che, se non fai nulla di male, nessuno ti fa del male, ora invece ho sempre paura’. Ecco, questo è cio che è anche successo in Italia e in Europa con la crisi economica: gente che non ha fatto nulla di male ma la paga. E ha paura. La crisi ha cambiato la qualità delle nostre relazioni: ci sono più solitudine e rancore”.
Si è poi chiesto Gramolati: “Come si contrasta questa paura? La risposta è la solidarietà. Anche tra noi, dove si sentono scricchiolii. Ognuno di noi lavora per dare più possibilità ai lavoratori, non ha senso mettersi a fare le pagelle. C’è un senso comune di appartenenza: se c’è la guerra civile non è colpa dei pacifisti. In Toscana abbiamo fatto decine di migliaia di accordi difensivi e di solidarietà, di vertenze individuali; tre milioni e mezzo di persone usano i nostri servizi, ci siamo inventati il microcredito, il prestito d’anticipo: un lavoro che va valorizzato, il lavoro di quegli eroi contemporanei che sono i nostri delegati e lavoratori, trattati da qualcuno come un costo e non una risorsa”.
Il Segretario generale di Cgil Toscana ha poi citato l’intervento di ieri (molto applaudito dalla platea) di Mirko Lami (Rsu Lucchini Piombino): “Ascoltando Mirko ci siamo anche commossi. La sua è una storia delle lotte e delle prove di solidarietà delle nostre comunità. Mirko è stato attaccato perché ha fatto una mediazione. E ieri oltre il 90% dei lavoratori della Lucchini ha approvato l’accordo di programma siglato. Queste sono le nostre storie”.
Gramolati ha in seguito parlato di Governo e rappresentanza: “Ho letto il Jobs Act. Da noi a Firenze si direbbe: ‘Fresche l’ova’. Non c’è innovazione rispetto al passato recente, dobbiamo immaginare una stagione contrattuale più ricca in qualità e quantità, e la sfida è sull’inclusione. Non ci sto alla divisione tra chi vuole cambiare e chi no: occorre coraggio e riprendere i temi della lotta alle disuguaglianze – tema scomparso dalla politica, solo il Papa ne parla -, del consumo critico, dell’accesso al credito, dei servizi, dei nuovi mestieri. La contrattazione è uno strumento per combattere la paura”.
Circa la rappresentanza, per il Segretario generale toscano “per la prima volta c’è un quadro politico trasversalmente ostile alla rappresentanza. La politica vuole rivolgersi direttamente al cittadino, e vede nei corpi intermedi un diaframma da rompere. Non dobbiamo calvare l’antipolitica, né demonizzare la politica, ma rispondere con la partecipazione e la salvaguardia della nostra autonomia. Come? Senza scorciatoie: prendiamo noi in carico, nel rapporto con le controparti, i nodi, le complessità e le ingiustizie che denunciamo, mettendoci saldi nel nostro campo, quello della contrattazione”.