Comunicato Agcom

Proverbio indiano

“Prima di giudicare un uomo camminare per tre lune nelle sue scarpe.”

Il sindacato ha un importante ruolo di vigilanza sull’equità della distribuzione dei risultati dell’attività lavorativa: emolumenti accessori abbinati a meccanismi di valutazione; criteri utilizzati per la valutazione professionale .
I secondi, per correttezza, per logica e per non incappare ( in modo superficiale e pressapochistico) in una mortificazione professionale dei lavoratori dettata da esigenze economiche, devono essere indipendenti dal budget che l’Amministrazione e/o il Collegio di indirizzo ( anche in virtù delle esigenze di bilancio e/o controllo della spesa) ha messo a disposizione.
Di contro, si corre il serio rischio di fare delle valutazioni fasulle, condizionate dall’obiettivo di rispettare un voto medio che, sebbene permette di rientrare nella somma messa a disposizione per quel beneficio, annulla, in modo eclatante, lo scopo stesso del sistema di valutazione che deve essere caratterizzato dalla trasparenza dalla equità e servire ad orientare e a favorire la partecipazione del lavoratore al conseguimento degli obiettivi di miglioramento dell’organizzazione del lavoro .
La valutazione deve essere fatta attraverso l’osservazione del lavoro e la lettura delle professionalità e in nessun caso può dipendere dalla erogazione dei benefici economici.
Pertanto, se dovessimo riscontrare – speriamo vivamente che ciò non sia successo-, quello che da un po’ di tempo si sente dire nei corridoi: “ in linea di massima la media per la valutazione del personale – PAI- non deve superare il 3,5 su 5 per ogni Direzione e/o Ufficio”, la questione inizierebbe a diventare veramente preoccupante.
Anziché assegnare il premio in base al merito si stabilisce il merito ( voto) in base al premio, generando anche una questione di carattere etico: giudicare le prestazioni di un dipendente in base al bilancio. Anche da un punto di vista matematico la cosa è errata, perché le medie sono altamente instabili ( ricordate i polli di Trilussa) in quanto ci sono pochi funzionari per singolo ufficio.
Un Preside e/o un Rettore per far rientrare le borse di studio e/o i premi in un budget minore , non può dire ai professori di abbassare i voti (mortificando gli sforzi degli alunni – specialmente i più meritevoli- ), ma ha il dovere/ obbligo di lasciare inalterati i giudizi e attivare ( parallelamente) un accordo con le parti sociali, per ritoccare le somme disponibili per premi e borse di studio .
Abbiamo la presunzione di poter dire che i lavoratori dell’AGCOM preferiscono una corretta valutazione che gratifica in modo trasparente il loro operato , a qualche euro in più.
Insomma, il voto deve essere indipendente dalla somma di denaro disponibile.
Inversamente si alimenta l’insoddisfazione e la mortificazione del personale e si arriva al paradosso che per risparmiare dobbiamo autocertificare , che, mediamente , siamo tutti ( con la probabile eccezione dei soliti noti ) un po’ più “asini” dell’anno precedente.

Speriamo vivamente che non sia stata persa un’altra occasione .

RSA FISAC CGIL AGCOM

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