C’è un antico proverbio che recita “un bel tacer non fu mai scritto”, che, semplificando, possiamo tradurre: quando non hai niente di intelligente da dire, è meglio se stai zitto.
E bene avrebbe fatto Carlo Fratta Pasini a tacere giovedì 10 aprile, quando, in un’intervista all’Arena sui risultati dell’aumento di capitale, incalzato dai giornalisti su una eventuale partecipazione del Banco al risiko delle Popolari, si è lasciato sfuggire una inopportuna quanto mendace dichiarazione “la nostra operazione migliore e’ stata l’acquisizione della Popolare Novara, la peggiore della Banca di Lodi”.
Intanto, lei ricorda che non furono acquisizioni, ma fusioni?
Inoltre, al nostro caro Presidente, tanto solerte quando si tratta di raccogliere i brillanti risultati dell’aumento di capitale portati dai Dipendenti, quanto refrattario a riconoscere agli stessi la medesima dignità, dividendoli ancora oggi che dovremmo essere una banca unica, in figli e figliastri, vorremo chiedere: si rende conto che queste sue incaute parole hanno offeso la dignità di chi, incolpevole, ogni giorno profonde impegno, professionalità e passione nel proprio lavoro?
Signor Presidente, se un’uscita cosi infelice l’avesse fatta qualcuno appena arrivato nel nostro Gruppo avremmo, forse, potuto avere una maggior comprensione
Ma che sia Lei a dare queste terribili esternazioni, Lei al vertice dell’Istituto già dai tempi in cui ben peggiori disastri, maturavano, é francamente inammissibile
In presenza di tale non marginale antefatto, un maggior understatement da parte Sua Le avrebbe sicuramente giovato, evitandoLe la pessima figura che ha fatto nella circostanza e, soprattutto, evitando, a noi, di ricordare che Lei era il Presidente del Consiglio di Sorveglianza (chissà perché hanno pensato di chiamarlo cosi, poi…) quando esplose la bomba Italease, con i devastanti effetti di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze
Provi ad eseguire un banale esercizio di cambio di prospettiva riguardo a certi argomenti e forse, in futuro, avrà un maggior pudore, qualora si trovasse nella necessità di doverlo riaffrontare.
Tutti noi, a partire da Lei, Signor Presidente, dovremmo invece guardare al nostro presente e ancor di più al nostro futuro, le cui basi vengono poste dalle scelte di oggi: su di quelle, per favore, concentriamoci!
2014.04.14 Lettera Aperta al Presidente
E bene avrebbe fatto Carlo Fratta Pasini a tacere giovedì 10 aprile, quando, in un’intervista all’Arena sui risultati dell’aumento di capitale, incalzato dai giornalisti su una eventuale partecipazione del Banco al risiko delle Popolari, si è lasciato sfuggire una inopportuna quanto mendace dichiarazione “la nostra operazione migliore e’ stata l’acquisizione della Popolare Novara, la peggiore della Banca di Lodi”.
Intanto, lei ricorda che non furono acquisizioni, ma fusioni?
Inoltre, al nostro caro Presidente, tanto solerte quando si tratta di raccogliere i brillanti risultati dell’aumento di capitale portati dai Dipendenti, quanto refrattario a riconoscere agli stessi la medesima dignità, dividendoli ancora oggi che dovremmo essere una banca unica, in figli e figliastri, vorremo chiedere: si rende conto che queste sue incaute parole hanno offeso la dignità di chi, incolpevole, ogni giorno profonde impegno, professionalità e passione nel proprio lavoro?
Signor Presidente, se un’uscita cosi infelice l’avesse fatta qualcuno appena arrivato nel nostro Gruppo avremmo, forse, potuto avere una maggior comprensione
Ma che sia Lei a dare queste terribili esternazioni, Lei al vertice dell’Istituto già dai tempi in cui ben peggiori disastri, maturavano, é francamente inammissibile
In presenza di tale non marginale antefatto, un maggior understatement da parte Sua Le avrebbe sicuramente giovato, evitandoLe la pessima figura che ha fatto nella circostanza e, soprattutto, evitando, a noi, di ricordare che Lei era il Presidente del Consiglio di Sorveglianza (chissà perché hanno pensato di chiamarlo cosi, poi…) quando esplose la bomba Italease, con i devastanti effetti di cui ancora oggi paghiamo le conseguenze
Provi ad eseguire un banale esercizio di cambio di prospettiva riguardo a certi argomenti e forse, in futuro, avrà un maggior pudore, qualora si trovasse nella necessità di doverlo riaffrontare.
Tutti noi, a partire da Lei, Signor Presidente, dovremmo invece guardare al nostro presente e ancor di più al nostro futuro, le cui basi vengono poste dalle scelte di oggi: su di quelle, per favore, concentriamoci!
2014.04.14 Lettera Aperta al Presidente
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