In questo periodo di grandi incertezze, ai lavoratori è stato tolto molto, non soltanto a livello economico ma anche e soprattutto ad un livello più profondo, fatto di relazioni tra colleghi e tra colleghi e direzione.
La trama delle reciproche responsabilità è stata scombinata, la correttezza non basta più, serve la furbizia, il silenzio, l’alzata di spalle e la lavata di mani.
Serve sentirsi implicati fino ad un certo punto, fino a che conviene. D’altronde, si è consentito che il collega che si trovava nell’ufficio sbagliato, nel posto sbagliato fosse “esternalizzato” pensando “problemi suoi, io che ci posso fare?” e si è imparato a convivere con il tarlo del pensare per se, di alzare le mani.
E che dire della responsabile della dtm di Viterbo e Rieti, che, nonostante le dure e faticose incombenze che il budget impone, ha il tempo e grande forza di volontà d’impegnarsi tenacemente anche nell’ingrato compito di spostare colleghi da una scrivania ad un’altra, a volte anche contro il parere del titolare di turno?
E solo la lente deformata della possibile malafede o della compiacenza può far liquidare il fatto come un problema di pupille. Del resto, e le esternalizzazioni ne sono stata prova, si trova anche tra i sindacalisti, purtroppo, chi motiva perfino gli atti peggiori per farli apparire legittimi.
Anche in termini di sicurezza, ai lavoratori è stato tolto molto.
Ne è stata prova l’aver rimosso il servizio di guardiania alla filiale di Vetralla.
E solo dopo l’ assemblea di tutti i colleghi e l’approvazione all’unanimità di un ordine del giorno che “ribadiva la richiesta di ripristinare il servizio di vigilanza e dava mandato al sindacato di segnalare la situazione di carente sicurezza alle pubbliche autorità e di proseguire in tutte le iniziative possibili mirate alla revoca della decisione assunta, non escluso lo sciopero”, e dopo aver sensibilizzato le istituzioni locali (Prefetto, Questore e Arma dei carabinieri), venerdì scorso l’azienda ha deciso di ripristinare il servizio di vigilanza.
Non possiamo, quindi, che esprimere soddisfazione per il risultato ottenuto sperando che a questa decisione aziendale, ne seguano altre all’insegna di quel rispetto che i lavoratori meritano e che spesso, questa dirigenza ha dimenticato di dare.
Viterbo, 4 marzo 2014 La segreteria
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