Il Coordinamento Donne provinciale di Messina, chiede nuovamente, in occasione del prossimo rinnovo contrattuale di categoria, l’inserimento, nell’ipotesi di accordo, della richiesta del salario al 100%, per le donne in “gravidanza a rischio”, e in occasione dell’8 marzo 2014, insieme al Coordinamento Donne Fisac Unicredit Sicilia, farà partire una raccolta di firme a sostegno dell’iniziativa
“Non dimenticatevi che basterà una crisi politica, economica o religiosa perché i diritti delle donne siano rimessi in questione”. Simone de Beauvoir
Il Coordinamento Donne Fisac – Cgil Provinciale di Messina chiede al Coordinamento Donne Fisac – Cgil Nazionale e alla Fisac Cgil Nazionale, di sostenere, nuovamente, in previsione del rinnovo contrattuale del credito, l’inserimento della proposta dell’integrazione da parte di tutte le aziende del 20%, necessario, per garantire il salario al 100% per le donne in stato di “gravidanza a rischio”.
Come sappiamo nello stato di “gravidanza a rischio” le donne lavoratrici del settore del credito e di altre categorie private, a differenza del settore pubblico, percepiscono solo l’80% del salario mensile. Solo poche aziende, grazie ad accordi sindacali, integrano il restante 20%. Paradossalmente le banche più “ricche” e che si fregiano di perseguire tematiche “etiche” (es. Unicredit) sono quelle che applicano questa disuguaglianza di genere.
Inoltre, la difformità del trattamento in questione, da Istituto ad Istituto crea, oltre alla nota differenza salariale tra uomo e donna, anche una disparità tra lavoratrici dello stesso settore.
Per la prima volta nell’anno 2010, grazie ad uno studio del Coordinamento Donne Provinciale della Fisac – Cgil di Messina e al Coordinamento Donne Nazionale, è stata inserita nella richiesta di ipotesi di contratto nazionale della categoria, la proposta di integrazione del 20% a carico delle aziende, in modo da ottenere, in caso di “gravidanza a rischio” , per tutte le lavoratrici del settore del credito, il riconoscimento del salario al 100%.
Nell’accordo finale, non si è ottenuto il risultato sperato: ancora una volta si è passati sul corpo delle donne.
Oggi lo chiediamo nuovamente:
Le lavoratrici e i lavoratori, fortemente contrari alla discriminazione in atto verso le lavoratrici donne che in stato di “gravidanza a rischio” , penalizzate con retribuzioni inferiori, proprio quando, si trovano in stato di difficoltà anche economiche, per cure che devono sostenere per portare a termine la gravidanza, che ricordiamo non è solo della donna ma del mondo, uomini e donne nessuno escluso, chiedono la fine di questa discriminazione nei confronti delle donne.
E’ necessario che il sindacato intraprenda ogni iniziativa utile per garantire alle donne lo stipendio al 100%, e quindi pari dignità e diritti.
Le donne non sono sole, non sono poche e non devono più essere costrette a supportare, come dei “contenitori”, l’importante ruolo di madri: i figli non sono solo delle donne ma della società intera e ogni essere umano, donna o uomo che sia, deve poter scegliere il proprio presente e il proprio futuro senza dover subire penalizzazioni e/o discriminazioni.
24/FEBBRAIO/2014
COORDINAMENTO DONNE FISAC CGIL PROVINCIALE DI MESSINA
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