Mediocredito Italiano e Mediofactoring Iniziato il confronto

Giovedì 23 gennaio si sono svolti gli incontri sulle operazioni societarie che hanno visto la confluenza di attività e aziende in Mediocredito Italiano e Mediofactoring, con apertura da parte aziendale della procedura in base alla Legge 223/91.
Mediocredito Italiano L’Azienda ha illustrato l’obiettivo e le modalità che hanno portato, all’interno della Divisione Banca dei Territori, alla confluenza in Mediocredito Italiano delle attività svolte da Leasint, Centro Leasing e Neos Finance, con la costituzione di un Polo della Finanza d’Impresa.
L’Azienda ha dichiarato 153 esuberi di personale sui 780 lavoratori a libro matricola dal 1° gennaio 2014, di cui 28 dirigenti, 398 Quadri Direttivi e 354 Aree Professionali. Abbiamo ribadito la necessità di avere ulteriori approfondimenti rispetto alla situazione dichiarata, a fronte di possibili sviluppi di attività, che potranno favorire condizioni positive in termini occupazionali.
Abbiamo inoltre chiesto delucidazioni in merito alle modalità di realizzazione degli ambiziosi obiettivi di crescita e del mutato scenario economico, sulla base delle novità introdotte dalla Legge di Stabilità sulla fiscalità del leasing.
Mediofactoring
L’Azienda ha sottolineato che l’operazione di aggregazione di Centro Factoring in Mediofactoring rientra nel complessivo progetto di riorganizzazione del comparto factoring del Gruppo. L’Azienda ha dichiarato 35 esuberi di personale sui 395 lavoratori a libro matricola dal 1° gennaio 2014, di cui 13 dirigenti, 141 Quadri Direttivi e 241 Aree Professionali.
Ci risulta di difficile comprensione che una società, che produce utili di eccellenza e ha appena avviato nuovi modelli di business, in ottica di sviluppo del comparto, possa dichiarare a priori eccedenze di personale, incoerenti peraltro con l’inserimento di personale dal Gruppo finora favorita per mitigare le carenze di organico.
L’Azienda ha ribadito di considerare gli esuberi di natura organizzativa e propone soluzioni diverse e più penalizzanti (ad esempio demansionamenti con riduzione di salari) di quelle convenute nel Gruppo finora per operazioni analoghe.
Consideriamo questa posizione inaccettabile e respingiamo qualsiasi ipotesi di soluzioni coercitive e traumatiche.
Ancora una volta la banca pare incapace di ricercare soluzioni innovative e di crescita diverse dal mero taglio dei costi e dei posti di lavoro, peraltro in società che continuano a produrre buoni risultati di bilancio e hanno in corso molteplici outsourcing di attività.
Per noi sono possibili solo soluzioni a livello di Gruppo e con le tutele definite nell’accordo del 19/10/2012, in perfetta continuità con le intese già raggiunte nel corso dello scorso anno.
Milano, 23 gennaio 2014
LE DELEGAZIONI TRATTANTI DI GRUPPO INTESA SANPAOLO DIRCREDITO – FABI – FIBA/CISL – FISAC/CGIL – SINFUB – UGL – UILCA

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