da sole24ore – Sarà una piattaforma non convenzionale quella che i sindacati dei bancari presenteranno ai banchieri in vista del prossimo contratto. E sarà scritta solo dopo aver avanzato la proposta di un nuovo modello di banca. Che avrà il benestare di figure terze, autorevoli. Economisti. È evidente che il sistema bancario «non può reggere la situazione così come è organizzato adesso, deve fare servizi nuovi, ne deve fare di più e meglio, dobbiamo costruire nuove professionalità, nuovi modi di organizzare i servizi e definire i loro costi», dice il segretario generale della Fiba, Giulio Romani. Per questo «siamo disposti a grandi innovazioni senza pregiudiziali di nessun tipo, ma pretenderemo la stessa cosa dall’altra parte», aggiunge. Ieri nella prima intersindacale dei bancari, dopo l’accordo sul fondo e sulla disdetta con Abi, Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl Credito e Uilca hanno iniziato a discutere la strategia. La prima certezza emersa è l’unitarietà con cui le sigle si muoveranno. Unitarietà che non sempre è apparsa granitica durante l’ultimo negoziato. Il segretario generale della Fisac, Agostino Megale, però, assicura: «Per quanto ci riguarda noi andremo a un congresso unitario. Questo vale per la Cgil e la Fisac. Supereremo le divisioni e le contrapposizioni derivanti dal congresso precedente, per mettere al centro i problemi egli interessi dei lavoratori e delle lavoratrici del settore. C’è in noi molta consapevolezza che anche nell’importante risultato ottenuto il 20 dicembre nel fare l’accordo sul fondo e sulla disdetta ha pesato molto la straordinaria mobilitazione della categoria e l’unità di tutto il sindacato del settore che è un valore aggiunto da difendere con le unghie e con i denti». Per il sindacato c’è tempo fino alla fine di febbraio per arrivare alla presentazione della piattaforma ad Abi. Un tempo tutto sommato breve data l’importanza delle decisioni da prendere. A maggior ragione perché sta partendo una stagione congressuale molto intensa. Il primo congresso in agenda è quello della Fabi (11-14 marzo), poi arriverà quello della Fisac (8-10 aprile) e infine sarà la volta della Uilca che prevede di fare il suo in settembre. Nell’incontro di ieri è però emersa la volontà forte che i congressi non intralcino in alcun modo il negoziato per il rinnovo del contratto. Diversamente dal passato non si arriverà al tavolo con la solita piattaforma-malloppo. « Sulla base del modello di banca che vorremmo costruire, elaboreremo una piattaforma non convenzionale con i punti più rilevanti su cui concentrare il negoziato», spiega il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Il primo passo sarà quindi mettere in piedi un comitato di studio con esperti autorevoli, indipendenti, profondi conoscitori del settore. Il secondo sarà definire insieme un modello. Sembra un po’ un paradosso, politicamente e praticamente, che i sindacati propongano il nuovo modello di banca ma «là dove le aziende non vogliono arrivare, arriverà il sindacato», aggiunge Sileoni. Il segretario generale della Uilca Massimo Masi parla di « modello di banca del futuro su cui si baserà la nostra piattaforma. Che dovrà essere ben ponderata. Certo non possiamo arrivare al tavolo negoziale con un documento che sia immediatamente respinto. Ne costruiremo uno che ci consenta di poter sfidare l’Abi su un progetto avvalorato anche da autorevoli consulenti». E che si concentrerà su pochi punti. La tutela del salario a regime, la difesa dell’occupazione, l’area contrattuale e gli inquadramenti. Sarà «un progetto di qualità – spiega Megale costruito avendo in mente la situazione di crisi e difficoltà ma anche il fallimento della classe dirigente del settore».
Was this article helpful?
YesNo