Casaggì, striscione e sigilli sulla sede Cgil Toscana

casaggi cgil forconi-2da repubblica.it – Uno striscione è stato appeso da Casaggì e Fratelli d’Italia davanti al garage nella sede della Cgil regionale della Toscana. Sarebbe stata anche sigillata una serratura. “La scorsa notte i militanti del centro sociale di destra “Casaggì Firenze” e di Fratelli d’Italia hanno simbolicamente “sigillato” la sede della CGIL in via Pier Capponi 7, esponendo uno striscione con la scritta: “Gli italiani non si arrendono, la CGIL sì”. – diffondono in un comunicato – L’azione dimostrativa della giovane destra è fatta in riferimento alle prese di distanza della CGIL dalle proteste dei Forconi, andate in scena in tutta Italia senza simboli di partito e di parte, ma solo sotto i vessilli tricolori. Il gesto vuole sottolineare l’incoerenza di un sindacato che tutela i lavoratori, ma solo a patto di poterne politicizzare e dirigere il malcontento”. Non si è fatta attendere la reazione sdegnata del sindacato: “Tanto per smentire le affermazioni di tutti i media sulle infiltrazione dell’estrema destra nei movimenti “spontanei” dei cosiddetti “Forconi”, non bastassero gli striscioni in carattere runico e i cori sulle note di “Boia chi molla è il grido di battaglia” come quello intonato giovedi 12 sotto il consiglio regionale a Firenze, “Casaggì” e “Fratelli d’Italia” rivendicano di aver appeso davanti al garage della CGIL toscana uno striscione in cui si accusa il sindacato di essersi arreso e di aver criticato il movimento soprarichiamato. A parte la tristezza – si legge nel comunnicato della Cgil – di vedere parlamentari, consiglieri comunali e rappresentanti istituzionali, rivendicare atti e azioni che in qualche caso hanno già portato all’arresto di diversi militanti di estrema destra, nel tentativo maldestro di avere quella visibilità che evidentemente la loro azione politica è incapace di produrre, ribadiamo la condanna per atti che un movimento largamente minoritario, confuso, già spaccato al suo interno, che ha promosso iniziative discutibili senza che si evidenziassero obiettivi e rivendicazioni certe e in qualche caso vere e proprie aggressioni alle Camere del Lavoro, dalla Puglia al Piemonte, non può che trovare la critica più aspra della CGIL”.

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