Nei giorni 3 e 4 dicembre scorsi si è tenuta la riunione del Comitato Esecutivo della CES. Molti i dossier che sono stati trattati nel corso della riunione.
In primo luogo è stata approvata una dichiarazione sulla situazione esplosiva in Ucraina, in cui si condanna la violenta repressione che ha avuto luogo nel corso della manifestazione di Kiev. L’Ucraina si trova in una situazione difficile dal punto di vista economico, sociale e politico, resa ancora più complicata da pressioni esterne, tra cui sanzioni commerciali, e dai tentativi dell’UE di imporre al Paese politiche di austerità. La dichiarazione chiede un dialogo inclusivo, che possa permettere alla popolazione di decidere del proprio futuro senza interferenze esterne.
Si è poi discusso di come dare seguito al Piano CES per gli investimenti, la crescita sostenibile e lavori di qualità, approvato all’unanimità nel corso dell’Esecutivo del 7 novembre e già pubblicato sul Taccuino n. 193 del 14 novembre 2013.
Si sono proposte una serie di iniziative, nell’ambito della Campagna CES, che si concluderà con le elezioni del Parlamento Europeo del 25 maggio 2014. E’ stato previsto un poster, adattabile alle necessità dei singoli Paesi, con il logo della CES e delle organizzazioni sindacali nazionali, che si focalizzerà su tre richieste principali: lavoro di qualità, crescita sostenibile ed investimenti solidi. Un logo ad hoc sarà previsto per la campagna e saranno predisposti volantini sul Piano di investimenti e sul Manifesto per le elezioni europee.
Tutte le riunioni della CES, delle organizzazioni sindacali nazionali, dei Partiti politici e delle istituzioni europee saranno utilizzate per presentare e diffondere la campagna. Inoltre nell’ambito del Consiglio UE di marzo 2014, la CES organizzerà un Vertice sociale parallelo, con la presenza dei Segretari Generali delle organizzazioni sindacali affiliate alla CES.
Tutte le mobilitazioni nazionali da qui a maggio 2014, dovranno includere il riferimento alla campagna CES e al Piano di investimenti. Si è deciso inoltre che la CES organizzerà il 4 aprile 2014, grazie al sostegno dei sindacati belgi, una grande manifestazione europea, in cui tutte le organizzazioni sindacali saranno impegnate a portare il proprio contributo per la buona riuscita della stessa. E’ ovvio che, viste le difficoltà finanziarie cui versano molti sindacati, specie del Sud dell’Europa, si potranno anche prevedere iniziative a livello nazionale da coordinare nello stesso giorno.
Tutte queste iniziative dovranno servire a diffondere il messaggio del sindacato europeo sulla necessità di un cambio di marcia nelle politiche europee e che esista un’ alternativa che consenta di stabilizzare la situazione economica e di creare lavori di qualità in un’Europa sociale. L’opportunità di far sentire la voce del sindacato è data dalle elezioni europee del 2014. I cittadini e i lavoratori dovranno votare per quei candidati che si impegneranno a cambiare il corso dell’Europa dell’austerità ed arrestare le tendenze antieuropeiste, nazionaliste, populiste che rischiano di bloccare qualsiasi avanzamento verso un’Europa più unita e sociale e di portare ad una composizione parlamentare ancora più conservatrice e liberista. Il dibattito elettorale dovrà quindi includere il Piano CES, e sarà necessario, a tal proposito, interpellare i candidati nei vari Stati membri per sondare la loro intenzione a sostenerlo.
Il Piano CES dovrà così diventare la nostra piattaforma sindacale rivendicativa, da promuovere a tutti i livelli, a partire dai luoghi di lavoro, facendo crescere la sensibilizzazione sul tema a livello nazionale, arrivando fino al momento culminante rappresentato dalla manifestazione europea.
Un altro punto di rilievo della riunione è stata la discussione sulla Comunicazione della Commissione “Regolamentazione intelligente“ (REFIT: regulatory fitness and performance: results and next steps” del 2 ottobre 2013) che rappresenta un’ulteriore avanzamento del processo di deregolamentazione e smantellamento della legislazione di protezione dei diritti dei lavoratori e di indebolimento del dialogo sociale. Si tratta di una semplificazione che vuole prendere in considerazione le richieste delle imprese, ed in particolare delle PMI, per “individuare eventuali misure incoerenti, inutili o inefficaci e le possibilità di semplificarle, e per verificare se sia possibile ridurre le formalità burocratiche”.
La realtà è, invece, che con questo esercizio della Commissione, si minano gravemente diritti dei lavoratori, quali quelli all’informazione e alla consultazione, alla salute e sicurezza, che sono riconosciuti come diritti fondamentali nella Carta di Nizza, allegata al Trattato UE. I diritti riconosciuti attraverso il recepimento nazionale di queste Direttive, vengono considerati non più come diritti minimi, ma come soglia massima, costituendo, di fatto, una violazione del principio di non regresso stabilita nella legislazione europea e nel Trattato UE.
La CES intende dare battaglia su questa tema, e per questa ragione ha approvato una Risoluzione, (in allegato in inglese e francese) e le organizzazioni sindacali a livello nazionale stanno predisponendo delle lettere di protesta per i rispettivi Governi, per spiegare in concreto l’azione della Commissione e le conseguenze di tale “semplificazione” sui diritti dei lavoratori. E’ chiaro che tale azione della Commissione trova una sponda in molti Paesi europei del Consiglio: si pensi soltanto al Regno Unito, che sta facendo pressione per un’ulteriore deregolamentazione.
Infine, la CES continua la sua pressione sulla Commissione e il Consiglio, affinché la decisione sulla Proposta di Direttiva di applicazione sul distacco dei lavoratori, metta fine al dumping sociale e rispetti i diritti dei lavoratori. L’attuale compromesso raggiunto va, invece, in tutt’altra direzione (vedi nota taccuino n. 201 del 26 novembre 2013).
08-FR-Stop-deregulation-of-Europe