Nel nostro comunicato del 2 ottobre denunciavamo la reticenza manifestata dall’azienda in merito al confronto sulla riorganizzazione dei Contact Center e PUNTUALMENTE LA CONFERMA È ARRIVATA: l’azienda ha volutamente evitato il confronto quando questo era possibile per discutere e trattare delle ricadute organizzative sui lavoratori interessati.
Ora, di fronte alla DISDETTA DEL CCNL DA PARTE DI ABI E IL CONSEGUENTE BLOCCO DELLE RELAZIONI SINDACALI che non consente l’avvio di una procedura di confronto, la presentazione da parte dell’Azienda della “nuova articolazione di orario” per coprire il servizio 24 ore su 24 e 7 giorni su 7, APPARE PROVOCATORIA E IN FORTE CONTRAPPOSIZIONE CON LE INDICAZIONI DELLE ORGANIZZAZIONI SINDACALI.
Abbiamo risposto all’Azienda con lettera del 28 ottobre stigmatizzando questo metodo provocatorio.
MA IL VERO PROBLEMA È NEL MERITO perché il cambiamento inciderà inevitabilmente sulla qualità di vita e di lavoro dei colleghi interessati e, quindi, peggiorerà la situazione relativa allo STRESS DA LAVORO CORRELATO che è un tema molto caro al Gruppo Ubi ma evidentemente solo a parole e non nei fatti.
ANCHE SE IL CONTRATTO NAZIONALE È CHIARO IN MATERIA DI TURNI E ORARI DI LAVORO non possono essere ignorate le nostre proposte già avanzate durante gli incontri precedenti. Non ci risulta infatti, che siano state adottate misure di sicurezza richieste nei turni serali per le risorse adibite nei vari poli, IN PARTICOLARE PER QUELLE RISORSE CHE, IN TUTTA FRETTA E IN MANIERA POCO CHIARA, SONO STATE ADIBITE AL POLO DI COSENZA.
Altrettanto INACCETTABILI RISULTANO LE LOGICHE DI ESTERNALIZZAZIONE “CARSICA” delle attività, con prevedibile abbassamento dei livelli occupazionali e di seri rischi per il posto di lavoro dei colleghi. Il tutto aggravato dall’attuale assenza del Fondo di Solidarietà.
RIBADIAMO LA NECESSITÀ di CHIAREZZA, TRASPARENZA E RISPETTO PER TUTTI I LAVORATORI E LE LAVORATRICI DEL GRUPPO.
Ricordiamo a tutti i lavoratori che la ripresa del confronto sarà possibile solo se
ABI REVOCHERA’ LA DISDETTA DEL CONTRATTO NAZIONALE!!!
Questa richiesta è stata sostenuta anche dalle migliaia di lavoratrici e lavoratori del nostro Gruppo che hanno aderito allo sciopero del 31 ottobre.
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