Lungi da noi sottovalutare aspetti quali la convivialità e la condivisione. Nella sua bellissima etimologia, la parola “compagno” deriva dal latino medievale “companio”, cioè colui che mangia lo stesso pane, da cum (con) e panis (pane).
Per decenni nell’iconografia progressista della sinistra italiana, questa parola primitiva e semplice, ha racchiuso in sé un’idea di solidarietà, comunanza di intenti, condivisione di sofferenza e di conquista, volontà di inclusione e di accoglienza.
La nostra Azienda riprende oggi il concetto della condivisione del cibo, associandolo alle performance commerciali (il sistema a traguardi del “Progetto Regata”).
Ne siamo francamente colpiti.
Non ci interessa qui contestare la volontà aziendale di dare visibilità e risalto alle eccellenze; ferisce e preoccupa piuttosto l’incessante involuzione culturale cui stiamo assistendo.
È questa una Banca in cui, pur essendo di fatto azzerato il normale confronto democratico, si registrano (ci riferiamo alla recente denuncia delle RSA Fisac/CGIL di Roma) comportamenti antisindacali e lesivi delle libertà individuali.
Ecco dunque che la colazione offerta a chi vende di più e la cena esibita e pubblicata quale celebrazione di un’appartenenza e di una comunanza fondate esclusivamente sui risultati commerciali, non hanno nulla a che vedere né con la condivisione di ritrovati valori umani ed aziendali né con un tangibile riconoscimento delle elevate capacità professionali, oltre ad essere il rozzo complemento di un modello di gestione delle risorse umane che si conferma banale, vecchio, freddo, qualche volta ridicolo.
Ben altro coraggio, ben altro slancio e capacità di innovazione, occorrerebbero per conquistare la partecipazione e la stima di quell’universo straordinariamente variegato, disomogeneo e spesso deluso e disilluso che è costituito dai Lavoratori del Gruppo Monte dei Paschi di Siena.
Siena, 6 novembre 2013 LA SEGRETERIA FISAC MPS