È un momento difficile per la nostra categoria :
– i nostri diritti, conquistati in anni di contrattazione sono oggi minacciati;
– sono messi in discussione migliaia di posti di lavoro in assenza di un accordo sul Fondo esuberi e in assenza quindi di ammortizzatori sociali . L’Abi ritiene che siamo troppi , siamo anziani e siamo pagati di più rispetto agli altri Paesi;
– vuole cancellare le nostre professionalità e gli inquadramenti ad essi correlati perché “non più coerenti con l’attuale modo di fare banca”;
– Offende la nostra dignità – offende noi, (lavoratori e lavoratrici che abbiamo garantito, in alcuni casi, la sopravvivenza stessa di alcune Aziende) perché dicono che “siamo culturalmente distanti dalle nuove esigenze”;
– ripropongono il ricatto di sempre – l’aut-aut tra salario ed occupazion e- perchè sostengono che è “imprescindibile la ricerca di nuovi equilibri tra salari e occupazione sostenibile”
Questa è la posizione dell’ABI il cui obiettivo è quello di scardinare le basi della contrattazione nazionale e del Fondo di solidarietà per privilegiare una contrattazione aziendale finalizzata esclusivamente alla flessibilità e alla riduzione di costi, in primis quello del lavoro .
L’ABI vuole scaricare sui lavoratori e sul paese l’incapacità dei banchieri che, incassando retribuzioni che arrivano ad essere cento volte in più della retribuzione di un lavoratore medio, hanno creato 140 miliardi di sofferenze, sofferenze derivanti non solo dalla crisi economica maanche da una politica del credito a favore dei grandi potentati industriali, in funzione di relazioni amicali e non di merito creditizio.
Proprio quei banchieri che hanno determinato il dissesto del Monte dei Paschi di Siena, anche con attività illecite, quegli stessi che hanno danneggiato tante altre banche con operazioni finanziarie speculative per garantire dividendi d’oro agli azionisti.
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Quei banchieri che non hanno dato, e non danno, alcun contributo alla ripresa economica, che non sostengono l’economia del nostro paese in pesante difficoltà, che continuano ad attuare una gestione del credito che penalizza le famiglie e i piccoli imprenditori.I lavoratori , ma soprattutto le lavoratrici devono opporsi a questo disegno.Giorno 31 Ottobre dobbiamo scioperare compatti per recuperare diritti, salari ed un modello di banca al servizio del Paese.
In particolare chiamiamo le donne a sostenere lo sciopero perché :
– senza CCNL, senza una cornice unica di regole, normative e retributive, saremo soprattutto noi donne ad essere danneggiate (pensate per es. se non ci fossero regole a presidio della mobilità territoriale in un contesto in cui la cura familiare è ancora a noi devoluta )
– senza inquadramenti, e lasciando alle Azienda mani libere sugli avanzamenti di carriera, avremmo più difficoltà nei percorsi professionali ( ancora il requisito della ” presenza” rimane indispensabile per una valutazione positiva) ;
INOLTRE:
– se aumenta il peso del salario variabile rispetto a quello strutturato, subiremo un ulteriore danno (ricordiamoci che ai fini della maturazione del premio di produttività non vengono, di norma, computati i periodi di congedo parentale e di maternità a rischio, assenze queste che determinano molto spesso la mancata corresponsione del premio) ;
– verrebbero meno tutti quei richiami alla pari opportunità ( considerate elementi di cui tenere conto),presenti in alcuni articoli del nostro contratto (come per es. nella formazione, valutazioni del personale ecc) che, pur non essendo incisivi ai fini di una sostanziale parità di trattamento, possiamo far valere in caso di manifesta discriminazione;
– senza CCNL perderemmo tutti quegli articoli dedicati integralmente alle questioni di genere (come per es. le norme sulle Commissioni di Pari Opportunità, sia Nazionali che Aziendali ) , che soprattutto nella nostra realtà Aziendale, hanno determinato un’azione propulsiva del sindacato sui temi della conciliazione tra attività lavorative e attività di cura, e più in generale tra tempi di lavoro e tempi di vita;
– in mancanza del CCNL avremmo un peggioramento delle condizioni delle donne a part-time, tipologia di orario he rappresenta ancora lo strumento privilegiato per favorire la conciliazione tra attività di cura e attività lavorativa;
– non avremmo il Fondo per la Formazione Continua di settore, che ha emesso diversi bandi specifici sulle pari opportunità al fine di incentivare percorsi di formazione dedicati a noi donne per rendere più agevoli i nostri percorsi di carriera intaccati da norme discriminatorie scritte e non scritte .
SENZA IL CCNL LE CONDIZIONI LAVORATIVE DI NOI DONNE SAREBBERO ANCORA PII’ DIFFICILI E , COME SE NON BASTASSE, AUMENTEREBBERO LE DISCRIMINAZIONI DI GENERE
IL PERCORSO PER UNA PIENA PARITA’ NON PUO’ ESSERE INTERROTTO, NOI DONNE NON POSSIAMO ARRETRARE IN DIRITTI E IN RETRIBUZIONE – DONNE E UOMINI INSIEME PER UN LAVORO DIGNITOSO, PER UNA BANCA AL SERVIZIO DELL’ECONOMIA, PER IL RISPETTO DELLA DIGNITA’ DELLE PERSONE
31 OTTOBRE SCIOPERO NAZIONALE
PALERMO 28 OTTOBRE 2013 COORDINAMENTO DONNE FISAC UNICREDIT SICILIA
DONNESCIOPERO31OTTOBRE
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