(AGI) – Roma, 28 ott. – “I manager percepiscono delle retribuzioni inimmaginabili e ingiustificabili – aggiunge Giulio Romani, segretario generale della Fiba-Cisl – noi scioperiamo non per un aumento di stipendio ma perche’ l’Abi ha deciso di togliere il contratto alla categoria. Proponiamo un modello di banca che sia al servizio della clientela e del Paese e ci aspettiamo l’attenzione della politica che finora
non c’e’ stata”. “La politica deve chiedere esplicitamente un cambiamento delle relazioni industriali all’Abi – sottolinea anche Agostino Megale, segretario generale Fisac-Cgil – le banche riceveranno dei benefici dalla legge di stabilita’ ma i banchieri sono chiusi alle esigenze dei lavoratori: noi ci presentiamo col volto della solidarieta’, offrendo un fiore alla clientela, contro l’egoismo dei banchieri”. Di reazione a un “atto arrogante e insensato” parlano anche Fabio Venelli e Claudio Stroppa, di Dircredito, secondo cui bisogna respingere “con sdegno” la posizione dell’Abi e chiedere un “cambio di passo”. Se cio’ non accadra’ – hanno asserito tutti i rappresentanti sindacali – la protesta andra’ avanti.
(ANSA) – ROMA, 28 OTT – Secondo il segretario generale Uilca Massimo Masi le iniziative dei sindacati ”non si fermeranno allo sciopero del 31” ma si articoleranno in presidi e iniziative sul territorio, peraltro gia’ in corso. ”Offriremo una rosa ai clienti e un manifestino per spiegare le nostre ragioni” e per chiedere un sistema del credito ”meno attento alla finanza e piu’ a famiglie e imprese”. Il segretario generale Fabi Lando Sileoni ha ricordato come ”’non sia possibile far pagare i 140 miliardi di euro di sofferenze del sistema ai lavoratori del settore” e che il governo con la ”giusta modifica” del trattamento fiscale delle perdite sui crediti ha garantito un aumento degli utili alle banche ma ”non si e’ interessato della categoria”. ”Va ricordato poi che con lo stipendio medio di un manager si pagano circa 400 giovani bancari”. Per Giulio Romani (Fiba Cisl) ”va ricordato che la categoria e’ in sciopero non per un aumento di stipendio, tema che non e’ stato nemmeno affrontato” ma per la volonta’ dell’Abi di non rinnovare il contratto nazionale aprendo la strada a contratti aziendali. Infine Agostino Megale (Fisac) ha chiesto un interessamento delle forze politiche nella questione vista l’importanza del comparto del credito per la crescita economica e per le ricadute su famiglie e imprese. ”L’Abi ha scelto la strada della rottura delle relazioni sindacali – spiega – mentre ad esempio Confindustria con il patto di Genova siglato con i sindacati” e’ andata in un’altra direzione.
BANCHE: SINDACATI, SCIOPERO E’ RISPOSTA ALLO SCHIAFFO DELL’ABI ‘MANIFESTAZIONI REGIONALI PER RESTITUIRE DIGNITA’ ALLA CATEGORIA’
Roma, 28 ott. – (Adnkronos) – Uno “sciopero importante contro l’egoismo dei banchieri e dei manager, per indurre l’Abi a fare un passo indietro dopo lo schiaffo inferto ai sindacati con la disdetta, uno schiaffo a cui non abbiamo porto l’altra guancia e ora lotteremo per riconquistare il contratto”. Cosi’ Agostino Megale, segretario generale della Fisac-Cgil, ha definito la protesta delle sigle sindacali del credito, Fabi, Fiba-Cisl, Fisac-Cgil, Dircredito, Ugl, Uilca e Sinfub, nei confronti dell’Abi, prevista per giovedi’ 31 ottobre.
Lo sciopero unitario arriva per la prima volta dopo 13 anni tramite manifestazioni regionali nelle citta’ di Ravenna, Roma, Milano, Padova e Genova, a cui parteciperanno i segretari nazionali dei sindacati. In particolare, a Ravenna si terra’ un corteo che partira’ dalla stazione e raggiungera’ la sede di Cr Ravenna, l’istituto del presidente dell’Abi, Antonio Patuelli. Tra domani e mercoledi’, inoltre, e’ previsto il blocco totale delle trattative.
“Per la prima volta – ha commentato Massimo Masi, segretario generale Uilca – i bancari non solo scioperano ma scendono in piazza”.
La protesta dei bancari non si rivolge solo alla difesa del contratto nazionale, ma anche a quella del fondo di sostegno al reddito e all’occupazione: “Non stiamo scioperando per un aumento di stipendio – ha precisato Giulio Romani, segretario generale Fabi – ma perche’ la categoria e’ senza contratto e rischia di restare senza fondo per l’occupazione, rendendo cosi’ il sistema bancario sempre piu’ disarticolato”.