Crosta, DG Banca Etica-La disdetta del CCNL Abi: una scelta che rende più difficile l’evoluzione del sistema

E’ nota a tutti la scelta di ABI di disdire il Contratto Collettivo Nazionale per il Settore Bancario. Una disdetta che avrà i suoi effetti a giugno 2014. Un fatto che colpisce soprattutto per la scelta inusuale di disdire un contratto senza percorrere la via del dialogo con le parti sociali, un fatto che rischia di irrigidire le posizioni e di rendere difficile la ricerca di soluzioni condivise.

Oggi il sistema bancario è atteso da grandi sfide: da un lato le banche stanno fronteggiando una pesante crisi reputazionale come conseguenza della crisi finanziaria, dall’altro la crisi economica ci mette di fronte ad un mercato in forte difficoltà, dove serve la capacità di elaborare nuovi modelli di banca vicini alle persone e alle imprese. Un contesto nel quale è inevitabile un profondo rinnovamento dell’attività bancaria.

La prima leva di cui le banche dispongono per perseguire questi obiettivi non sono i patrimoni, sono le persone. Per innovare il sistema bancario è indispensabile partire proprio dalla relazione con i lavoratori: sarà grazie a loro se le banche troveranno una nuova spinta ideale ed è grazie a loro se sapranno essere uno strumento al fianco delle aziende e delle famiglie.

Nei processi di rendicontazione in Banca Etica abbiamo scelto di rappresentare come primo stakeholder della nostra attività i lavoratori. Non perché siano più importanti degli altri, ma perché sono loro la misura della nostra capacità di perseguire una mission complessa e affascinante, che unisce persone e organizzazioni dedite al bene comune attraverso gli strumenti finanziari.

In banca le relazioni sindacali sono un qualcosa di impegnativo e che richiede energia, cura e rispetto, anche nel nostro Istituto. Negli ultimi mesi grazie al dialogo con le rappresentanze dei lavoratori abbiamo raggiunto due risultati inediti nel sistema bancario: un nuovo contratto per i Banchieri Ambulanti, i nostri promotori finanziari, orientato alla valorizzazione e tutela di queste figure; e un nuovo accordo per la conciliazione dei tempi di vita e tempi di lavoro. Due passi avanti significativi, che rappresentano un punto di partenza e non di arrivo, ottenuti grazie al confronto e a quel “fare insieme” di cui abbiamo bisogno per uscire da questa profonda crisi.

Da parte di Banca Etica c’è il desiderio e la ferma convinzione di continuare a coltivare relazioni industriali positive e di procedere nell’elaborazione del contratto integrativo aziendale: uno strumento che può e deve tenere insieme il bene delle persone e quello della banca.

Crediamo che sia urgente ripristinare nel sistema bancario un dialogo costruttivo e profondo con le parti sociali: ne hanno bisogno le banche alle quali è richiesto uno sforzo straordinario di cambiamento e ne ha bisogno l’economia reale del nostro Paese.

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