A fronte delle pesanti novità intervenute, da una parte la revisione del Piano Industriale, dall’altra la disdetta da parte dell’Abi del Ccnl e del Fondo, avevamo richiesto all’Azienda un atto di responsabilità: la riapertura del confronto.
L’Azienda non ha ritenuto di ascoltare la nostra richiesta e continua a non rispondere su come vuole affrontare gli ulteriori esuberi dichiarati (3400!) e quelli complessivi ancora da gestire (5300) e questo in una fase in cui l’irresponsabile disdetta, da parte dell’Abi, del Contratto Nazionale e del Fondo di Solidarietà ha aumentato l’allarme sociale in tutto il Settore e ha portato alla proclamazione dello sciopero generale di Categoria del 31 ottobre.
Al contrario l’Azienda ha ritenuto di aprire una procedura sindacale di riorganizzazione della DAACA, che pur non essendo quella prevista dalla legge in materia di cessione di ramo d’azienda, ne costituisce i presupposti. L’Azienda stessa definisce il progetto di riorganizzazione come propedeutico all’esternalizzazione.
Dobbiamo inoltre rilevare come sul fronte delle garanzie, notizie riportate dalla stampa e non smentite dall’Azienda, parlano di un disimpegno della stessa dalla partecipazione azionaria nella Società che dovrebbe ricevere i Lavoratori e le attività da esternalizzare, in contraddizione con quanto finora sostenuto e cioè la volontà di una partecipazione significativa.
Consideriamo l’atteggiamento aziendale del tutto sbagliato: è assolutamente necessario riaprire il confronto sui progetti del Piano Industriale e sulle tematiche, cruciali, del rilancio della Banca e della gestione degli esuberi.
Come Fisac Cgil continueremo fino all’ultimo momento utile a sostenere, in tutte le sedi possibili, quanto questo atteggiamento sia sbagliato e debba essere modificato e quanto le esternalizzazioni siano non solo un errore dal punto di vista industriale ma anche un progetto unicamente teso allo smantellamento delle garanzie occupazionali e contrattuali.
L’atteggiamento aziendale ingenera solo divisione e paura; la Dirigenza si renda conto che la logica di esclusione dei Lavoratori dal confronto su progetti che riguardano le loro vite è dannoso per l’Azienda, perché le professionalità,l’impegno e la dedizione dei Dipendenti costituiscono da sempre un valore aggiunto fondamentale per l’esistenza, la crescita ed il futuro dell’Azienda stessa: la Banca siamo noi!
Siena, 16 ottobre 2013 LA SEGRETERIA FISAC MPS