“Un piano articolato sul tema della Legalità e dei capitali all’estero”. Queste sono le parole che il Premier del Governo Italiano ha pronunciato in Parlamento durante il voto di fiducia, lanciando un ulteriore segnale politico per il contrasto all’evasione fiscale e, soprattutto, a quella transnazionale.
In questi cinque mesi l’Italia è stata presente in quattro vertici internazionali, due Consigli europei, un G8 e un G20. Molti di questi incontri hanno avuto al centro la battaglia contro i “paradisi fiscali” nel mondo. “Il nostro contributo è stato importante per l’assunzione di decisioni ormai vincolanti: il cerchio si sta stringendo attorno a quei Paesi che alle banche hanno consentito in questi anni l’esportazione illegali di capitali finanziari sottratti all’erario, dunque alla collettività. E’ in corso una svolta storica nel mondo –prosegue il Capo del Governo- che dobbiamo cogliere, affinché vinca la legalità e l’Italia possa riappropriarsi di risorse che consentiranno, già a partire dal prossimo esercizio finanziario, di far scendere il deficit e centrare il nostro obbiettivo principale: abbassare le tasse a vantaggio dei cittadini onesti”.
Il Premier ha anche annunciato che chiederà “di riaggiornare rapidamente le conclusioni del lavoro svolto l’anno scorso, per consentire di avviare il piano di lotta all’evasione internazionale.” In particolare il Gruppo di Lavoro si è occupato dei fenomeni “connessi” del riciclaggio e dell’auto riciclaggio che in molti casi presuppongono casi di evasione fiscale.
D’altro canto, l’Esecutivo potrà contare sul lavoro svolto in sede bilaterale e multilaterale per implementare i sistemi di scambio automatico delle informazioni fondate sulle normative “FATCA” (The Foreign account tax compliance act). La firma del patto bilaterale Usa-Italia potrebbe avvenire entro poche settimane (con avvio dal primo luglio 2014) mentre parallelamente in sede Ue sarà accelerato l’iter normativo relativo allo scambio multilaterale che debutterebbe dal gennaio 2015.
A livello domestico l’Agenzia delle Entrate sta poi lavorando su di un procedimento di “regolarizzazione” basato sulla volontaria “disclosure” di “attività economiche e finanziarie illecitamente detenute all’estero da contribuenti nazionali. I contribuenti che vorranno sbloccare i propri fondi trasferiti all’estero in maniera illegali potranno avviare una sorte di autodenuncia che l’Amministrazione Fiscale valuterà alla luce di una serie di requisiti soggettivi (potranno essere ammessi i titolari dei capitali sottratti a tassazione ed i loro eredi) ed oggettivi (la “confessione” dovrà essere “tempestiva”- nel senso che potranno esercitarla solo coloro che non hanno ancora subito verifiche o ricevuto questionari- piena e veritiera). In cambio di una collaborazione piena il contribuente, che dovrà comunque pagare imposte e interessi su tutte le annualità accertabili, potrà puntare ad uno sconto sulle sanzioni.
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