Gruppo Bper: servono relazioni industriali migliori

Il Sindacato del Gruppo BPER – riunitosi a Roma il 10 ottobre – ha svolto una approfondita analisi delle relazioni industriali, dello stato di attuazione del Piano Industriale, delle condizioni di lavoro degli addetti di tutte le Aziende del Gruppo e della qualità del servizio all’utenza.
Giudichiamo le relazioni sindacali – caratterizzate da informazioni aziendali insufficienti, contraddittorie, spesso non esaustive e non rispettose del ruolo di rappresentanza esercitato con responsabilità dal Sindacato del Gruppo – non all’altezza del difficile compito affidato al confronto tra le parti per la realizzazione del Piano Industriale 2012-2014.
Sollecitiamo con forza che la qualità e la serietà delle relazioni industriali da parte dei Dirigenti del Gruppo e delle Aziende che ne fanno parte, torni ad essere all’altezza del ruolo attivo e collaborativo svolto – dall’approvazione del Piano Industriale ad oggi – dai lavoratori e dalle OO. SS..
Dichiariamo la nostra indisponibilità ad aprire e/o proseguire procedure contrattuali prive di informative complete e specifiche; sin ora, infatti, il nostro senso di responsabilità ha consentito la chiusura di accordi, grazie alla determinazione con la quale abbiamo tenuto al tavolo la controparte aziendale sino ad avere cognizione del preciso quadro di insieme, che ci consentisse di sottoscrivere o meno gli accordi a ragion veduta.
Questo modo di procedere da parte aziendale è sintomo evidente di un tasso di improvvisazione troppo alto e di una carente pianificazione nella realizzazione del PI, tanto da farci assistere a situazioni nelle quali determinate decisioni vengono rese operative a prescindere dalla sottoscrizione dell’accordo e altre che, di contro, vengono sospese e/o rinviate per “ulteriori approfondimenti” tecnici e/o di carattere giuridico.
Valutiamo oramai insostenibili i carichi di lavoro e la confusione organizzativa che caratterizza sia la rete che molti uffici centrali, tanto da rallentare in maniera inaccettabile le risposte alla clientela e peggiorare di fatto la qualità del servizio offerto. In questo quadro ci domandiamo “che fine ha fatto la Cabina di Regìa, annunciata dall’amministratore delegato il 4 settembre e da noi ritenuta indispensabile per dare ordine e sistematicità alle trasformazioni in corso?”
Evidenziamo che a queste difficoltà non si può far fronte aumentando a dismisura le prestazioni di lavoro straordinario, magari senza la relativa rilevazione in procedura, come sempre più spesso viene richiesto in tutta la rete del Gruppo. (A tal proposito suggeriamo ai colleghi di rifiutare eventuali inviti di tale natura e, qualora si trasformino in indebite pressioni, di segnalarlo con tempestività ai propri rappresentanti sindacali).
Confermiamo, a tal proposito, la richiesta già formulata alla Capo Gruppo e alle Aziende che ne fanno parte di un investimento straordinario in termini di assunzioni (anche temporanee) almeno sino a quando non vengano superati i gravi problemi di “assestamento” organizzativo derivanti dalla realizzazione dei progetti del PI, caratterizzati da una pianificazione assolutamente insufficiente.
Precisiamo che le assunzioni a termine – seppur improcrastinabili – non realizzano il rispetto di quanto previsto dall’accordo del 15 settembre 2012 in termini di sostituzione dei lavoratori “esodati”
Denunciamo che le indebite pressioni commerciali, che si riverberano a cascata sugli operatori della rete sono, non solo contrattualmente illecite – soprattutto quando si trasformano nell’assegnazione di budget individuali e nella pubblicazione di classifiche nominative dei “migliori” e dei “peggiori”, come abbiamo avuto modo di rilevare – ma rappresentano anche motivo di stress e di malessere per i lavoratori di cui le Aziende ed i loro dirigenti sono legalmente chiamati a rispondere.
Lamentiamo con determinazione e disappunto che l’immissione nei nuovi ruoli previsti dalla recente riorganizzazione (Area affari, divisionalizzazione etc) non è accompagnata dalla necessaria e concordata formazione. Ci auguriamo che l’aumento delle “contestazioni disciplinari” non sia direttamente collegata a tale carenza di formazione; ci troveremmo – in tal caso – di fronte ad un illecito esercizio delle prerogative sanzionatorie aziendali. Verificheremo con rigore ciascuna di queste situazioni.
Ribadiamo quanto segnalato a più riprese, e cioè che i Poli Territoriali di Bper Services sono sempre più in affanno nel rispondere alle richieste della rete e che – da Modena a Palermo, dalle Alpi alle Piramidi – si riesce a far procedere la macchina operativa solo grazie alla disponibilità, impegno, abnegazione e cortesia degli operatori e non – come dovrebbe essere – per effetto di una programmazione e pianificazione fisiologica e graduale che gravano sulla responsabilità di chi tale macchina governa, capace – sino ora – esclusivamente di frapporre rigidità burocratiche e scarsissima flessibilità nel risolvere i problemi segnalati dai territori e nell’accogliere i suggerimenti che arrivano sia dalla rete che dagli stessi operatori di Bperservices.
Auspichiamo che il management del nostro Gruppo si dimostri all’altezza del difficile compito di ristrutturazione che si è assunto con l’approvazione del Piano Industriale e che lo stesso non si traduca nell’ennesima operazione di puro e semplice contenimento dei costi del Personale, senza intervenire sulla efficienza, produttività e redditività del Gruppo. Non capiamo con quale coerenza di comportamento si organizzano costose convention di Gruppo in rinomate località e, nel contempo, si riduce l’orario della pulizia nei locali aziendali non rispettando le più elementari norme igieniche in dispregio del
decoro che devono avere i luoghi nei quali lavoriamo.
I lavoratori non sono disponibili ad assumersi responsabilità ed a pagare ancora una volta per l’inefficienza e l’incapacità altrui!
Invitiamo – pertanto – tutti i lavoratori del Gruppo ad aderire massicciamente allo sciopero indetto per il 31 ottobre 2013.
Solo la salvaguardia di un CCNL che conservi diritti e tutele collettive all’altezza dei tempi e delle sfide cui va incontro il settore, consentirà anche ai lavoratori del nostro Gruppo la possibilità di condividere un percorso di miglioramento della qualità e dell’efficienza delle nostre Aziende e della qualità del nostro lavoro e della nostra vita.
Solo la salvaguardia del CCNL – definito insostenibile dall’associazione datoriale e considerato un impedimento ed un intralcio dai manager – ci garantirà che la ristrutturazione del settore (e del nostro Gruppo) sia realizzata con i lavoratori e NON CONTRO I LAVORATORI, come sembra voler fare ABI.
Coordinamenti Sindacali di Gruppo Banca popolare dell’Emilia Romagna
DIRCREDITO FABI FIBA/CISL FISAC/CGIL SINFUB UIL C.A
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