
Roma, 26 settembre – Il segretario generale della Cgil, Agostino Megale, chiudendo i lavori del direttivo nazionale della categoria dei bancari della Cgil, ha chiesto “un esplicito intervento del ministro dell’Economia e del Ministro del Lavoro per chiedere all’Abi il ritiro della disdetta unilaterale del contratto nazionale di lavoro, e ripristinare la via del dialogo e di normali relazioni industriali”.
A partire dall’evitare – ha aggiunto il leader della Fisac Cgil – che in assenza di un accordo sul fondo di sostegno al reddito, la categoria si trovi senza quegli ammortizzatori sociali utilizzati in questi anni per far fronte ai processi di ristrutturazione del settore”.
“Per questo – conclude Megale -, pur ritenendo utile che il governo proceda sulla revisione delle quote azionarie dei singoli gruppi bancari in Bankitalia e per l’armonizzazione fiscale sulle sofferenze, l’esecutivo dovrebbe porre all’Abi la condizione di ritirare la disdetta unilaterale del contratto di lavoro. A difesa del quale proseguiremo la mobilitazione con le assemblee nei luoghi di lavoro e lo sciopero della categoria la fine di ottobre”
Ordine del giorno del Direttivo Nazionale del 25 e 26 settembre 2013, approvato all’unanimità con un astenuto.
Il Direttivo Nazionale della Fisac-Cgil, riunitosi a Roma il 25 e 26 settembre 2013, ritiene inaccettabile e provocatorio il comportamento dei banchieri che, per un verso, continuano a mostrare l’incapacità di elaborare strategie di rilancio del settore, a sostegno dell’economia reale e del Paese nell’attuale crisi, per l’altro, vogliono scaricare il peso delle difficoltà esistenti sui lavoratori e sulla fiscalità generale.
Il CDN giudica che l’attuale management, non sia solo strapagato, ma anche inadeguato alla fase, considerate le crisi aziendali in atto, il livello dei crediti deteriorati (che superano l’ammontare complessivo del patrimonio del sistema e costituiscono oltre il 12% degli impieghi), la scarsità di accantonamenti a copertura e le gravi carenze nella valutazione e gestione dei rischi, che Banca d’Italia ha evidenziato.
In questo contesto l’ABI, per conto delle Banche, in assenza di un progetto industriale minimamente credibile, ha chiesto al Governo di intervenire a sostegno delle attività di credito, non sufficientemente remunerative, ed ha disdettato con 10 mesi d’anticipo ed in modo unilaterale, il CCNL. E’ evidente ed esplicita l’intenzione delle banche di arrivare ad una completa deregolamentazione del Settore, attraverso la cancellazione dell’attuale modello contrattuale, del Contratto Nazionale e del Fondo di Solidarietà, con la declassamento della stessa contrattazione di secondo livello a mera “contrattazione di prossimità”, di carattere derogatorio e funzionale alle necessità di flessibilità delle imprese.
In tale contesto sono fortemente sotto attacco i livelli occupazionali e la contrattazione, proprio quella contrattazione che abbiamo costruito in questi anni con il supporto e la forza delle lavoratrici e dei lavoratori. L’iniziativa di ABI mette in discussione anche il ruolo stesso del Sindacato e la sua capacità di tutela e difesa della categoria.
Di fronte a tale atteggiamento il CDN anche in relazione alle posizioni espresse unitariamente, a partire dallo sciopero generale della categoria:
- respinge il progetto di ABI e delle banche che si preparano alla completa destrutturazione del settore ;
- impegna la Fisac ad un grande sforzo politico e organizzativo nella costruzione di una risposta forte, unitaria e determinata nei confronti delle parti datoriali;
- ritiene impossibile proseguire la trattativa sul Fondo di solidarietà, in presenza della citata disdetta del CCNL.
- Contemporaneamente giudica prioritario il coinvolgimento del Governo, per impedire ad ABI forzature rispetto agli adeguamenti da apportare al Fondo di Solidarietà, in ottemperanza alle previsioni della legge 92/2012 “Fornero”, entro il 31 ottobre 2013. E’ evidente che l’atteggiamento di ABI corrisponde ad una implicita disdetta unilaterale del Fondo che va rifiutata, così come va evitato il passaggio al Fondo Residuale presso l’INPS. Il Fondo di Solidarietà ABI, anche alla luce della riforma imposta dall’art. 3 della legge 92/12, va salvaguardato nella sua natura e nell’insieme dei diritti e delle prestazioni;
- Ritiene necessaria, nell’ambito delle iniziative unitarie da mettere in atto,la sospensione delle relazioni sindacali a livello aziendali e di gruppo, con l’eccezione delle procedure previste dalla legge.
- Giudica urgente l’avvio di assemblee unitarie in tutti i posti di lavoro, per sostenere una vertenza nazionale che rappresenti una forte risposta del sindacato e dei lavoratori, in funzione della tenuta occupazionale del settore e della difesa della centralità del CCNL ABI a partire dall’area contrattuale.
- Risposta di cui il prossimo sciopero generale e la costruzione di una successiva grande manifestazione nazionale della Categoria da decidere unitariamente, devono essere elementi centrali ma non unici.
- A sostegno della vertenza in corso, va predisposta in tempi brevi una Piattaforma alternativa al progetto di ABI di rinnovo contrattuale,, capace di coinvolgere i lavoratori e le lavoratrici attraverso una decisa e chiara difesa delle garanzie economiche e normative, a cominciare dal rafforzamento dell’Area contrattuale.
- È necessario infine costruire nella vertenza alleanze nel Paese in funzione di un diverso modello di banca, di erogazione del credito e di gestione del risparmio a tutela dei risparmiatori e dei cittadini, coinvolgendo anche i media e l’opinione pubblica.
Il CDN dà mandato alla Segreteria Nazionale affinchè, da subito, coinvolga le altre OO.SS. per deliberare al più presto i passi necessari ad un’ adeguata risposta, capace di rendere efficace e positivo l’esito della vertenza in corso.
Roma, 26 settembre 2013