AMREF è una delle principali organizzazioni sanitarie presenti in Africa orientale. La sua visione è “con l’Africa, per la salute dell’Africa” mentre la mission di AMREF è “contribuire al miglioramento della salute in Africa attraverso il coinvolgimento attivo e il rafforzamento delle comunità, del personale locale e dei sistemi sanitari.”
Secondo le stime più recenti, nel mondo muoiono ogni anno 350.000 donne per problemi legati alla gravidanza o al parto, di queste più di 200.000 solo nell’Africa Sub-Sahariana. Allo stesso tempo, per ogni morte materna, circa altre venti donne soffrono di traumi, invalidità, e infezioni legate al parto.
Drammaticamente legato alla mortalità materna, anche il numero delle morti neonatali continua ad essere altissimo e pari circa al 40% degli 8,8 milioni di morti infantili. Nell’Africa Sub-Sahariana questo trend si traduce in 1.200.000 bambini che muoiono prima di raggiungere un mese di età, rappresentando il 29% delle morti infantili del continente.
Per questo AMREF vuole rafforzare i propri programmi di formazione sanitaria in tema di salute materno-infantile con l’obiettivo di formare 15.000 ostetriche entro il 2015 per ridurre del 25% la mortalità materna in Africa Sub-Sahariana.
Awetash Mehari Tsegate (27 anni) per dieci anni è stata infermiera presso lo Health Center della cittadina di Awash, nell’Etiopia orientale. Dopo aver finito la secondary school, ha frequentato il Midwifery Nurse College a Mekele e poi ha frequentato diversi corsi organizzati da AMREF, fra cui quelli dedicati alla tutela della salute materna e infantile. “Sono così felice del training ricevuto da AMREF – racconta Awetash – perché mi ha fornito informazioni aggiornate che posso utilizzare immediatamente nel mio lavoro di tutti i giorni. Questo mi rende più utile per la mia comunità”. Awetash si occupa a sua volta di formazione per gli operatori sanitari di comunità, i Community Health Extension Workers, fornendo loro le nozioni principali di assistenza ai parti. La stessa Awetash ha una figlia.
Durante il suo lavoro assiste le madri prima, durante e dopo il parto, informa le donne su vaccinazioni, pianificazione familiare e come aiutare i bambini a crescere in salute.
Awetash informa inoltre le donne sui pericoli della circoncisione femminile, compresa l’infibulazione. “In particolare nelle regioni rurali, praticamente tutte le donne sono circoncise. In questi casi le donne hanno spesso bisogno di interventi chirurgici per favorire la fuoriuscita del bambino. Cerco di convincere il maggior numero di loro a partorire qui, dato che i loro casi possono provocare problemi durante il parto. Nonostante tutto, molte donne preferiscono partorire comunque a casa con l’aiuto di una levatrice tradizionale (TBA). Questo accade perché spesso non si possono permettere un trasporto, ma anche perchè è il modo tradizionale.”.
Conoscendo questa situazione, AMREF sta cercando di formare il maggior numero di levatrici tradizionali, Operatori Sanitari di Comunità ed infermieri degli Health Centers.
“Dopo il parto, raccomandiamo alle donne circoncise di non sottoporsi nuovamente alla circoncisione,” continua Awetash “ma regolarmente veniamo a sapere che, una volta tornate nelle loro comunità, subiscono nuovamente la stessa pratica. In questi tempi la percentuale di circoncisioni femminili sta calando, specialmente nelle zone urbane. Ma è ancora una pratica attiva nelle zone rurali, anche se in segreto”.
“Inoltre, a chiunque si presenti viene fatto il test per l’HIV, anche se sono in pochi a riconoscerlo come problema” dice Awetash. “Questo mese fortunatamente nessun test è stato positivo. Ma nei mesi precedenti avevamo 3-4 test positivi ogni mese. Li indirizziamo al consultorio per l’HIV, dove vengono dati loro i medicinali necessari” aggiunge.
“45 giorni dopo il parto, le infermiere iniziano a fornire informazioni alla madre sulle diverse possibilità di pianificazione familiare.” Continua Awetash “Oggi le persone sono maggiormente interessate alla pianificazione familiare, in particolare nella cittadina di Awash. Il controllo delle nascite è più difficile però nelle aree rurali, dato che gli uomini mirano ad avere tanti figli”.