Abi disdetta il ccnl – Megale: un errore gravissimo

“Un gravissimo errore che abbiamo respinto con forza unitariamente chiedendo il ritiro della disdetta”. Ad affermarlo è il segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, in merito alla decisione assunta oggi dall’Abi di disdire il contratto nazionale. Una decisione, quest’ultima, “contro la quale ci mobiliteremo insieme con attivi unitari e assemblee per preparare lo sciopero della categoria”.

Nel corso dell’incontro di oggi, inoltre, fa sapere Megale, “come organizzazioni sindacali, oltre che sostenere la necessità di una legge sui compensi dei top manager, abbiamo chiesto alla controparte di dare il buon esempio prima di mettere in discussione i diritti e le condizioni di lavoro: i banchieri dovrebbero infatti ridursi per i prossimo due o tre anni i loro compensi, passando dai due, ai tre e fino ai quattro milioni attuali, sotto la soglia dei 6/700 mila euro”, conclude.

 

ASCA) – Roma, 16 set – ”A fronte della disdetta unilaterale dell’Abi rispondiamo con una mobilitazione della categoria con lo sciopero, con l’obiettivo di difendere il ruolo del contratto nazionale di lavoro, il potere d’acquisto dei salari e l’occupazione”: e’ quanto afferma all’Asca Agostino Megale (Fisac-Cgil), in merito alla disdetta unilaterale del contratto di lavoro dei bancari, decisa oggi dall’Abi, di cui e’ presidente Antonio Patuelli. ”Mi sono seduto a quel tavolo oggi – ha detto Megale – immaginando di dover affrontare l’armonizzazione del Fondo di sostegno al reddito da realizzare entro il 31 ottobre, il precipitare degli eventi con la disdetta del contratto nazionale del lavoro – ha proseguito – mette in discussione una storia di relazioni in cui anche nei momenti piu’ difficili le parti sociali hanno saputo costruire soluzioni condivise, oggi scelgono la strrada della rottura”. L’Abi invece, per Megale ”avrebbe potuto trarre un buon esempio dal patto della settimana scorsa tra Confindustria Cgil, Cisl e Uil sui temi della crescita e dell’occupazione e sarebbe utile – ha concluso Megale – che l’Abi prendesse il buon esempio, sapendo che la crisi del paese richiederebbe in questo momento lungimiranza in cui le banche dovrebbero riaprire i rubinetti del credito per rilanciare investimenti e occupazione, e invece le banche rompono col sindacato”. Megale spiega poi che al tavolo della trattativa ”abbiamo anche posto, insieme al ritiro della disdetta del contratto nazionale di lavoro, ai banchieri la richiesta per i prossimi due-tre anni di ridursi i loro compensi che vanno dai due ai tre, ai quattro milioni, scendendo sotto la soglia dei sei-sette cento mila euro, assumendo come riferimento gli stipendi dei manager poubblici. A questo proposito – ha affermato in ultimo Megale – abbiamo evidenziato che sara’ presentata una legge”, e quindi ”abbiamo chiesto ai banchieri di dare il buon esempio”. Megale non ha precisato la data dello sciopero, che secondo fonti potrebbe essere il 31 ottobre se non ci saranno aperture da parte dell’Abi.

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