Dal Corriere della Sera di venerdì 6.9.2013 pag. 25: ” I costi dell’inciviltà pesano sulle aziende più di otto milioni di dollari l’anno (dati Cisco). Cifra stimata su tempo perso a pensare al collega cattivo, l’impegno debole nei confronti dell’azienda e il turn over degli impiegati”.
Nell’Area Territoriale Centro-Sardegna hanno così deciso di dare il loro contributo all’incremento dei costi della nostra Banca.
La Direzione di Roma ha creato una situazione di terrore, di panico tra i colleghi. Di disprezzo, di dileggio, di offesa nei confronti dei singoli, soprattutto Quadri, titolari di piccole Filiali con risultati economici e di budget non in linea con gli obiettivi assegnati.
La delazione, lo strumento con il quale la Direzione richiede ai responsabili delle DTM, un elenco costantemente aggiornato di buoni e cattivi. Le minacce? Le solite: trasferimenti, esternalizzazioni, demansionamenti, financo licenziamenti.
E chissà come si sentono i colleghi della Sardegna e del Molise, dato che le minacce di trasferimento riguardano proprio queste regioni? A furia di sentir nominare le proprie sedi di lavoro come una punizione, finiranno per sentirsi motivati a compiere con passione il loro lavoro più o meno come i secondini della Cayenna.
Non si tratta più di rispettare il Contratto Integrativo già disdettato o di calpestare con le scarpe chiodate il C.C.N.L., ormai si è giunti alla maleducazione, al mancato rispetto nei confronti di persone che hanno dato il loro contributo alla vita e ai successi del Monte dei Paschi di Siena.
Non sono stati sufficienti 1.600 prepensionamenti, 160 dirigenti licenziati, le esternalizzazioni ormai imminenti, NO! l’Area Territoriale Centro Sardegna, intende sviluppare un nuovo modello di relazioni con i lavoratori basato su umiliazioni e ricatti.
I protagonisti di questa aggressione sono personaggi assunti a fior di soldi per tagliare teste, distruggere una rete di relazioni e di collaborazioni che sono stati la forza dell’azienda.
Questa è la realtà e di fronte alla quale si resta ammutoliti.
Si continua a vivere alla giornata, tra rassegnazione passiva e ricerca di salvatori improbabili (dai quali ci salvi chi può). Ma di fronte al disastro e ai ricatti dell’impunita Direzione di Roma non possiamo girarci dall’altre parte. Bisogna alzare la voce e far sentire la nostra coscienza offesa.
Viterbo, 9 settembre 2013 La segreteria
Nell’Area Territoriale Centro-Sardegna hanno così deciso di dare il loro contributo all’incremento dei costi della nostra Banca.
La Direzione di Roma ha creato una situazione di terrore, di panico tra i colleghi. Di disprezzo, di dileggio, di offesa nei confronti dei singoli, soprattutto Quadri, titolari di piccole Filiali con risultati economici e di budget non in linea con gli obiettivi assegnati.
La delazione, lo strumento con il quale la Direzione richiede ai responsabili delle DTM, un elenco costantemente aggiornato di buoni e cattivi. Le minacce? Le solite: trasferimenti, esternalizzazioni, demansionamenti, financo licenziamenti.
E chissà come si sentono i colleghi della Sardegna e del Molise, dato che le minacce di trasferimento riguardano proprio queste regioni? A furia di sentir nominare le proprie sedi di lavoro come una punizione, finiranno per sentirsi motivati a compiere con passione il loro lavoro più o meno come i secondini della Cayenna.
Non si tratta più di rispettare il Contratto Integrativo già disdettato o di calpestare con le scarpe chiodate il C.C.N.L., ormai si è giunti alla maleducazione, al mancato rispetto nei confronti di persone che hanno dato il loro contributo alla vita e ai successi del Monte dei Paschi di Siena.
Non sono stati sufficienti 1.600 prepensionamenti, 160 dirigenti licenziati, le esternalizzazioni ormai imminenti, NO! l’Area Territoriale Centro Sardegna, intende sviluppare un nuovo modello di relazioni con i lavoratori basato su umiliazioni e ricatti.
I protagonisti di questa aggressione sono personaggi assunti a fior di soldi per tagliare teste, distruggere una rete di relazioni e di collaborazioni che sono stati la forza dell’azienda.
Questa è la realtà e di fronte alla quale si resta ammutoliti.
Si continua a vivere alla giornata, tra rassegnazione passiva e ricerca di salvatori improbabili (dai quali ci salvi chi può). Ma di fronte al disastro e ai ricatti dell’impunita Direzione di Roma non possiamo girarci dall’altre parte. Bisogna alzare la voce e far sentire la nostra coscienza offesa.
Viterbo, 9 settembre 2013 La segreteria
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