da giornale dell’Umbria.it – La Banca Popolare di Spoleto si appresta a vivere il suo mese più lungo. Quello in cui potrebbero essere assunte decisioni in grado di segnarne il futuro, dopo due anni travagliati.
Dal 2 settembre, con l’adunanza di Palazzo Pianciani (riservata all’area Umbria Sud e Direzione generale, con Milano e Torino in video conferenza) prenderanno il via le assemblee in cui i dipendenti saranno chiamati a votare l’accordo sugli esuberi siglato subito dopo Ferragosto tra i sindacati ed i commissari straordinari che da febbraio guidano l’istituto.
Un accordo che prevede una quarantina di esuberi, da individuare su base volontaria attraverso l’inserimento nell’apposito Fondo. Una soluzione che sembra stia trovando molte adesione tra i livelli medio-bassi, ma scarso appeal tra i livelli alti, dove invece i commissari facevano affidamento per ridurre le spese del personale.
Le altre assemblee si terranno il 4 settembre al Decò Hotel di Ponte San Giovanni (riguarderà i dipendenti delle aree Umbria Centro e Nord), il giorno successivo nella sede romana di via Emilia (per le filiali del Lazio) e l’ultima il 9 settembre all’Hotel Cosmopolitan di Civitanova Marche (per le aree Marche e Abruzzo).
L’esito appare scontato, perché al di là dei comprensibili mal di pancia, i tagli prospettati potevano essere ben più consistenti.
Quasi in simultanea si attende a Palazzo Pianciani l’arrivo degli esperti a cui Clitumnus (la società di imprenditori umbri e romani che a febbraio ha formalizzato un’offerta per l’acquisto della Popolare di Spoleto) ha dato mandato di verificare i conti dell’istituto. La cordata umbro-romana conferma di voler fare sul serio, attuando la due diligence,
processo investigativo che viene messo in atto per analizzare valore e condizioni di un’azienda per la quale vi siano intenzioni di acquisizione o investimento.
Insieme all’unica cordata uscita allo scoperto, dentro e fuori Palazzo Pianciani dipendenti e sindacati parlano, con diversi umori, di altri interessamenti. Tant’è che qualcuno ipotizza una seconda due diligence che sarebbe in procinto di essere effettuata. Gli interessati sono sempre quelli di cui si parla negli ultimi mesi.
C’è anzitutto Banca Popolare di Vicenza, che già un anno fa aveva trattato con Antonini quando era alla guida della Spoleto Credito e Servizi. Qualcuno parla di un piano lacrime e sangue, qualora arrivassero i veneti a Spoleto, con il taglio di una quarantina di sportelli. In realtà, il gruppo del presidente Zonin potrebbe essere interessato all’acquisizione di alcuni sportelli della Bps, per completare il proprio rafforzamento nel Centro Italia, dopo l’acquisizione di filiali di Banca Marche. Ecco perché l’interessamento vicentino potrebbe non essere alternativo a quello di altri soggetti.
Resta sotto coperta Bnl del gruppo Bnp Paribas. Come avviene per i grandi gruppi, la soluzione spoletina andrebbe inquadrata in un più ampio scacchiere strategico. E come tale la stanno valutando a Roma, nel quartier generale italiano del gruppo francese, in attesa di sviluppi sia della vicenda spoletina, sia del più generale contesto economico-finanziario, in rapida evoluzione.
Dalle parti di Spoleto si sono affacciati anche emissari della Banca Popolare di Bari, già sbarcata in Umbria qualche anno fa con l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Orvieto. Un’operazione che i pugliesi affronterebbero non da soli.
Recentemente ai commissari straordinari che siedono nei piani alti di Palazzo Pianciani (e della controllante Scs) ed a Palazzo Koch (quartier generale della Banca d’Italia) è stata recapitata una missiva da parte della Nit Holding Italia, legata al duca Rodolfo Varano di Camerino, che qualche mese fa aveva annunciato di voler investire una pioggia di milioni in vari settori dell’economia spoletina.
In attesa che si vedano questi milioni, la Nit Holding Italia srl si è appunto rifatta viva nella città ducale, con questa lettera nella quale si chiedono informazioni sulla Banca Popolare di Spoleto al fine di poter poi formalizzare un’offerta. Una procedura anomala, che sta destando qualche perplessità tra i sindacati.
Il 2 ottobre, poi, al Tar del Lazio si terrà l’udienza per discutere nel merito il ricorso presentato da Antonini e da altri ex amministratori contro il commissariamento della Spoleto Credito e Servizi, decretato dal ministero dell’Economia accogliendo l’istanza di Bankitalia.
Dal 2 settembre al 2 ottobre: tutto in un mese il futuro della Banca Popolare di Spoleto.
Dal 2 settembre, con l’adunanza di Palazzo Pianciani (riservata all’area Umbria Sud e Direzione generale, con Milano e Torino in video conferenza) prenderanno il via le assemblee in cui i dipendenti saranno chiamati a votare l’accordo sugli esuberi siglato subito dopo Ferragosto tra i sindacati ed i commissari straordinari che da febbraio guidano l’istituto.
Un accordo che prevede una quarantina di esuberi, da individuare su base volontaria attraverso l’inserimento nell’apposito Fondo. Una soluzione che sembra stia trovando molte adesione tra i livelli medio-bassi, ma scarso appeal tra i livelli alti, dove invece i commissari facevano affidamento per ridurre le spese del personale.
Le altre assemblee si terranno il 4 settembre al Decò Hotel di Ponte San Giovanni (riguarderà i dipendenti delle aree Umbria Centro e Nord), il giorno successivo nella sede romana di via Emilia (per le filiali del Lazio) e l’ultima il 9 settembre all’Hotel Cosmopolitan di Civitanova Marche (per le aree Marche e Abruzzo).
L’esito appare scontato, perché al di là dei comprensibili mal di pancia, i tagli prospettati potevano essere ben più consistenti.
Quasi in simultanea si attende a Palazzo Pianciani l’arrivo degli esperti a cui Clitumnus (la società di imprenditori umbri e romani che a febbraio ha formalizzato un’offerta per l’acquisto della Popolare di Spoleto) ha dato mandato di verificare i conti dell’istituto. La cordata umbro-romana conferma di voler fare sul serio, attuando la due diligence,
processo investigativo che viene messo in atto per analizzare valore e condizioni di un’azienda per la quale vi siano intenzioni di acquisizione o investimento.
Insieme all’unica cordata uscita allo scoperto, dentro e fuori Palazzo Pianciani dipendenti e sindacati parlano, con diversi umori, di altri interessamenti. Tant’è che qualcuno ipotizza una seconda due diligence che sarebbe in procinto di essere effettuata. Gli interessati sono sempre quelli di cui si parla negli ultimi mesi.
C’è anzitutto Banca Popolare di Vicenza, che già un anno fa aveva trattato con Antonini quando era alla guida della Spoleto Credito e Servizi. Qualcuno parla di un piano lacrime e sangue, qualora arrivassero i veneti a Spoleto, con il taglio di una quarantina di sportelli. In realtà, il gruppo del presidente Zonin potrebbe essere interessato all’acquisizione di alcuni sportelli della Bps, per completare il proprio rafforzamento nel Centro Italia, dopo l’acquisizione di filiali di Banca Marche. Ecco perché l’interessamento vicentino potrebbe non essere alternativo a quello di altri soggetti.
Resta sotto coperta Bnl del gruppo Bnp Paribas. Come avviene per i grandi gruppi, la soluzione spoletina andrebbe inquadrata in un più ampio scacchiere strategico. E come tale la stanno valutando a Roma, nel quartier generale italiano del gruppo francese, in attesa di sviluppi sia della vicenda spoletina, sia del più generale contesto economico-finanziario, in rapida evoluzione.
Dalle parti di Spoleto si sono affacciati anche emissari della Banca Popolare di Bari, già sbarcata in Umbria qualche anno fa con l’acquisizione della Cassa di Risparmio di Orvieto. Un’operazione che i pugliesi affronterebbero non da soli.
Recentemente ai commissari straordinari che siedono nei piani alti di Palazzo Pianciani (e della controllante Scs) ed a Palazzo Koch (quartier generale della Banca d’Italia) è stata recapitata una missiva da parte della Nit Holding Italia, legata al duca Rodolfo Varano di Camerino, che qualche mese fa aveva annunciato di voler investire una pioggia di milioni in vari settori dell’economia spoletina.
In attesa che si vedano questi milioni, la Nit Holding Italia srl si è appunto rifatta viva nella città ducale, con questa lettera nella quale si chiedono informazioni sulla Banca Popolare di Spoleto al fine di poter poi formalizzare un’offerta. Una procedura anomala, che sta destando qualche perplessità tra i sindacati.
Il 2 ottobre, poi, al Tar del Lazio si terrà l’udienza per discutere nel merito il ricorso presentato da Antonini e da altri ex amministratori contro il commissariamento della Spoleto Credito e Servizi, decretato dal ministero dell’Economia accogliendo l’istanza di Bankitalia.
Dal 2 settembre al 2 ottobre: tutto in un mese il futuro della Banca Popolare di Spoleto.
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