Carige: più attenzione per il Lavoro

Le Organizzazioni Sindacali del Gruppo Carige, preoccupate e sconcertate per le notizie che da mesi vedono costantemente il Gruppo sulle pagine dei giornali sono particolarmente allarmate per gli ultimi accadimenti che hanno visto le dimissioni di otto Consiglieri di Amministrazione, di espressione della Fondazione Cassa di Risparmio di Genova e Imperia e del socio francese BPCE, dopo l’approvazione – all’unanimità – della relazione semestrale.
Le Organizzazioni Sindacali del Gruppo Carige sentono forte la necessità di richiamare l’attenzione di tutte le componenti istituzionali e sociali su quanto sta accadendo all’interno del Gruppo Carige e della sua Fondazione.
È disorientante la scarsissima attenzione che tutti gli attori istituzionalmente coinvolti in questa vicenda hanno dedicato e dedicano alla posizione e alle prospettive dei circa 6000 dipendenti del Gruppo, specie in un momento particolare dove la salvaguardia del lavoro viene considerato un problema prioritario in tutto il Paese.
Come Organizzazioni Sindacali del Gruppo Carige riteniamo non tollerabile né ulteriormente sopportabile il ruolo marginale nel quale sono stati confinati le lavoratrici e i lavoratori del Gruppo. Essi meritano rispetto e considerazione, gli stessi a loro dedicati da Banca d’Italia nella recentissima ispezione appena terminata che ha affermato e riconosciuto il personale come un punto di forza del Gruppo per competenza, qualità, professionalità e attaccamento e da Prometeia che riconosce a loro un livello di produttività dei dipendenti tra i più alti del settore.
Non possiamo accettare che si approfitti di una fase necessariamente delicata per cancellare posti di lavoro ad elevatissima professionalità.
Consideriamo un grave errore aver ceduto l’SGR, diventato un vero e proprio gioiello grazie all’impegno di decine di lavoratrici e lavoratori e giudichiamo negativa la cessione delle assicurazioni e la messa in discussione di oltre trecento posti di lavoro, specie dopo che nelle compagnie sono state investite somme ingenti per riportarle alla redditività (come risulta dalla recente semestrale).
Non accetteremo in silenzio l’eventuale vendita di ulteriori asset, né potremo in questo caso rimanere semplici spettatori, anche alla luce di vicende analoghe che hanno colpito altre aziende bancarie e che si sono concluse con una sciagurata dispersione di patrimoni umani e professionali.
Noi riteniamo che quanto fino ad oggi accaduto sia incomprensibile e sia riconducibile unicamente ad uno scontro di potere che rischia di mettere a repentaglio un gruppo di aziende i cui fondamentali risultano buoni o eccellenti, come da più parti asserito.
Chiediamo a tutte le parti in causa, a tutte le Istituzioni e agli Enti che contribuiscono a nominare il Consiglio di Indirizzo della Fondazione di riflettere, di non esporre a rischi l’efficienza e la competitività del Gruppo e della Banca, che rappresenta uno dei pochi soggetti, se non l’unico, a sostegno del lavoro, del territorio e delle aziende della Liguria.
Chiediamo inoltre, nel rispetto dei ruoli, di aprire un dibattito trasparente con i lavoratori e con il Sindacato affinché gli eventuali interessi di singoli non prevalgano e non pesino sulla collettività tutta.

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