
un aumento dei prestiti in sofferenza e di quelli incagliati. L’espansione dei prestiti a residenti in regione, che si era progressivamente attenuata dalla seconda metà del 2011, si è quasi annullata nel corso del 2012 (0,1 per cento a dicembre sui dodici mesi) e la dinamica è divenuta negativa nei primi mesi del 2013 (-0,8% a marzo in base a dati provvisori). Nel loro complesso, i prestiti bancari alla clientela regionale hanno comunque registrato un andamento meno sfavorevole rispetto sia al Mezzogiorno, sia alla media nazionale, per effetto principalmente del migliore andamento presso le imprese. Quanto ai diversi settori, le difficoltà nell’accesso ai finanziamenti sono rimaste più accentuate per le imprese del comparto delle costruzioni rispetto alle altre, con l’inasprimento che è stato attuato principalmente attraverso l’aumento del costo medio dei finanziamenti. «Sull’andamento del credito delle banche a imprese e famiglie consumatrici ha influito sia la persistente debolezza della domanda sia le condizioni dell’offerta ancora tese», commenta Francesco Prota, docente di macroeconomia dell’Università degli Studi di Bari, che lascia sospeso il giudizio per i prossimi mesi: «Purtroppo la situazione rimane difficile. Nonostante l’affievolirsi delle tensioni connesse con il periodo più acuto della crisi del debito sovrano, le condizioni di offerta sui prestiti alle imprese non si sono allentate. Le politiche seguite nell’erogazione dei prestiti rimangono nel complesso selettive, a causa soprattutto della situazione economica generale e dell’elevata rischiosità di specifici settori e imprese». Un discorso che vale non solo per la Puglia, ma per tutta la Penisola. Come provare a invertire la rotta? Le ricette magiche non esistono, ma Marco Jacobini, presidente della Banca Popolare di Bari, prova a disegnare gli sviluppi futuri, partendo dalla considerazioni che ci troviamo nel mezzo di un circolo vizioso dal quale è molto complicato uscire: «I rigorosi interventi di risanamento adottati per mettere in sicurezza il sistema a fine 2011, pur essendo stati necessari anche per rispettare i parametri impostici, hanno inciso profondamente e negativamente sulla dinamica del prodotto interno. Oggi, forse, questa logica deve essere superata con l’adozione di politiche economiche ispirate a rilanciare consumi e investimenti delle imprese, così come delle famiglie, agendo in compensazione intervenendo radicalmente sulla spesa pubblica improduttiva». Al di là degli auspicati interventi delle istituzioni, la base per ripartire arriva dalle numerose eccellenze imprenditoriali presenti sul territorio, «che costituiscono il tessuto connettivo per costruire una nuova piattaforma verso la crescita economica — osserva Jacobini — Il sistema bancario dovrà, da un lato, accompagnare le imprese già pronte in questo percorso e, dall’altro, contribuire ad ampliare il numero di quelle potenzialmente in grado di superare con successo questa sfida». La Popolare di Bari si sta muovendo in questa direzione con servizi che vanno aldilà della offerta tradizionale, «dall’advisory sulla gestione finanziaria all’internazionalizzazione, alla ricerca di canali di finanziamento alternativa al classico indebitamento bancario », conclude Jacobini. Nella foto qui sopra Marco Jacobini, presidente della Banca Popolare di Bari
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