Bpvi: quando si oltrepassa il limite

By: bound_4_freedom – All Rights Reserved
Ieri un nostro quadro sindacale di riferimento è stato aggredito verbalmente con atteggiamenti minacciosi, provocatori e diffamatori da un alto esponente delle relazioni industriali aziendali.
Condanniamo fermamente tale attacco ed espriamo tutta la nostra solidarietà nei confronti del sindacalista, del collega e dell’uomo che è stato vittima di una violenza verbale senza precedenti.
Crediamo che la Capogruppo possa, nei limiti della legge e dei comportamenti civili, mettere in atto tutte quelle iniziative volte a far conoscere e condividere le proprie scelte al resto della Banca e del Gruppo.
Crediamo, altrettanto, che tali iniziative debbano essere contenute nei limiti della correttezza, senza personalismi, ma prima ancora senza azioni isolate di qualche dirigente “duro” che, mosso da manie di protagonismo, sceglie scorciatoie comportamentali che hanno il carattere della minaccia.
Lo diciamo in via cautelativa, perché tali comportamenti, travestiti da contatti informali ma che mettono in atto provocazioni mirate alla rissa, ci vedranno rispondere in modo netto e intransigente, attivando tutti gli strumenti e seguendo tutte le vie, nessuna esclusa, che riterremo più idonee per tutelare e difendere la dignità ed il buon nome del dirigente Fisac, della sigla Fisac CGIL, della CGIL e di tutti i colleghi che abbiamo l’onore e l’onere di rappresentare.
Che le partite del VAP 2012 e della firma dell’accordo sul fondo siano state vissute dalla Capogruppo su un piano politico che nulla ha a che fare con il confronto sindacale lo abbiamo capito e si è concretizzato nel corso degli ultimi mesi.
La Banca ci dica veramente qual’ è la posta in gioco, perché, dopo quanto accaduto al nostro Dirigente, riteniamo vi sia una sproporzione fra la reazione intimidatoria e la portata del pur aspro confronto sindacale.
La nostra Organizzazione, sia ben chiaro a tutti e ancor piu’ a chi ha messo in atto queste azioni intimidatorie, non solo crede che il nostro dirigente sia una delle migliori risorse dell’intera struttura, ma che il suo operato ci rappresenta e lo condividiamo totalmente.
Ogni azione volta a colpire questo Dirigente – e qualsiasi altro dirigente della nostra organizzazione – sarà quindi letta come attacco alla Fisac e alla Cgil, con le relative conseguenze.
Riteniamo opportuno quindi che simili comportamenti non debbano ripetersi. Se cosi disgraziatamente non fosse, noi queste pratiche ben le conosciamo e altrettanto bene conosciamo gli strumenti per affrontarle, senza mai girare le spalle, senza mai abbassare gli occhi, senza mai arretrare di un passo, facendo prevalere sempre il valore della democrazia e del reciproco rispetto.
Il confronto sindacale rimanga esclusivamente nel solco del merito: la Presidenza e la Direzione Generale prendano in mano la situazione, prima che sia troppo tardi, mettendo a freno eventuali “esuberanze” del suo management, che, formalmente impegnato a dimostrare la sua lealtà dogmatica alla proprietà, potrebbe in realtà lavorare ad un incancrenimento del clima nelle relazioni sindacali, lavorando di fatto per qualche “re di Prussia”.

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