Banco Popolare: il nuovo modello distributivo

Dopo le tornate di incontri dedicati al fondo e alle giornate di solidarietà, l’argomento principe di questi ultimi giorni è il nuovo modello distributivo, annunciato a più riprese sin da prima dell’assemblea degli azionisti e di cui abbiamo ufficialmente conosciuto i principali contenuti solo il 28 giugno scorso. In tale data, infatti, l’azienda ci ha inviato formale informativa per l’apertura di una procedura sindacale ai sensi degli articoli 17 e 21 del CCNL, relativi rispettivamente alle ristrutturazioni e/o riorganizzazioni aziendali e alle modalità di confronto a livello di gruppo. Alla comunicazione è seguita nella giornata del 3 luglio una sommaria presentazione. Ma in pratica, di cosa stiamo parlando? Quali sono le principali novità che il gruppo intende introdurre con questo nuovo modello distributivo deliberato dal CdA? Si prevede una nuova classificazione della clientela, divisa in:

• Privati, costituita dalle persone fisiche e dai Piccoli Operatori Economici (POE);

• Imprese, costituita dalle persone giuridiche (ad eccezione dei POE) incluso il cosiddetto segmento “mid corporate”;

• Large, in cui confluiscono tutti i gruppi di rischio con fatturato superiore ai 250 mln di Euro, abbandonando l’attuale distinzione tra Locali (seguita dai Centri Imprese e/o dalle Filiali nelle Aree Affari) e Nazionali (seguita dai relativi gestori), con la prospettiva di uniformare la gestione di tale clientela tramite la creazione di un unico segmento affidato ad una struttura di Direzione.

Questa impostazione prevede l’introduzione di due nuove figure nelle Aree Affari:

• Coordinatore Privati

• Coordinatore Imprese

che rappresenteranno il collegamento tra le filiali e le strutture di Direzione e/o di Divisione delle banche. Sono previste le chiusure delle 3 Direzioni Territoriali di Lodi, Verona e Novara, con conseguente riporto diretto delle relative aree affari ai rispettivi Responsabili di Divisione. Per quanto riguarda le filiali sono previste diverse tipologie: nuclei di Hub e Spoke, tradizionali e Imprese. Il termine hub and spoke (letteralmente “mozzo” e “raggio” della ruota di bicicletta), mutuato dal mondo dell’aviazione civile, prevede un modello di sviluppo della rete costituito da un punto, in cui si concentrano la maggior parte dei servizi, direttamente collegato ad alcuni punti satellite che forniscono servizi ridotti. Nell’ambito di ciascun nucleo, le Filiali Spoke – prive di Responsabile – riporteranno direttamente alla Filiale Hub, presso la quale saranno presenti tutti i tradizionali ruoli di filiale, inclusi i Gestori che opereranno a favore della clientela dell’intero nucleo. La Filiale Hub o Tradizionale potrà essere qualificata come Filiale Imprese qualora le sia attribuita la gestione della clientela Mid Corporate attualmente in carico dei Centri Impresa. Il nuovo modello sarà pertanto costituito da 1.886 filiali così suddivise:

• 601 Filiali tradizionali

• 464 Filiali Hub

• 821 Filiali Spoke

Tra le 1.065 Filiali tradizionali e Hub verranno individuate 107 Filiali Imprese. Nelle 150 filiali che si caratterizzano per una complessa organizzazione delle attività (tipologia Hub, Hub Imprese e Tradizionale Imprese) e per un rilevante numero di addetti è prevista l’introduzione del Vice Responsabile di Filiale, al quale verranno demandati prevalentemente compiti di coordinamento. Al Responsabile dell’area Affari risponderanno direttamente le sole Filiali Hub e le Filiali Tradizionali. Questa semplificazione implica la chiusura di 9 Aree Affari:

• Verona Z.A.I. e Verona Nord Est della Divisione BPV

• Genova Nord Est, Lodi Nord e Valdarno della Divisione BPL

• Imperia e Bari della Divisione BPN

• Brescia Sud e Iseo Ovest del Creberg

le cui filiali verranno distribuite tra le Aree Affari limitrofe. Sono in fase di valutazione ulteriori interventi sugli aspetti organizzativi:

• redistribuzione delle attività di Direzione e Divisione secondo la logica Privati e Imprese;

• chiusura di circa 60 filiali;

• ampliamento del numero degli sportelli con apertura al pubblico parziale nell’ambito della giornata e/o della settimana.

In estrema sintesi questi sono i contenuti che ci sono stati forniti dall’azienda. Dobbiamo anche aggiungere che, purtroppo, questo e’ tutto. Mancano, tanto per cominciare, tutte le informazioni sulle filiali in chiusura, su quali siano quelle definite hub e quelle spoke e, soprattutto, dove l’azienda pensa di ricollocare le colleghe e i colleghi delle aree in chiusura, delle filiali da chiudere, i responsabili e i vice delle filiali che diventeranno spoke. Sono assenti quindi tutti gli elementi indispensabili a consentire alle oo.ss. di negoziare le ricadute sulle lavoratrici e sui lavoratori derivanti dal progetto aziendale. Proprio per questo le organizzazioni sindacali hanno contestato l’avvio delle procedure chiedendone la revoca. Ricordiamo infatti che le procedure hanno un tempo, complessivamente 50 giorni, al termine del quale, se non si raggiunge un accordo, l’azienda procede nelle sue determinazioni. L’assenza di elementi essenziali per consentire un confronto su tutto quello che riguarderà colleghe e colleghi coinvolti nel progetto hanno indotto le oo.ss. a dichiarare la propria indisponibilità, allo stato, a continuare quindi un confronto sul tema. Solo se è quando si avrà un quadro complessivo si potranno far “girare le lancette” delle procedure . La lettera delle oo.ss. e’ stata inviata anche all’ABI e alle segreterie nazionali perché siano compiuti tutti i passaggi necessari per ripartire “con il piede giusto” e fare gli interessi di tutti i colleghi interessati. Siamo di fronte a una ristrutturazione “pesante” della rete aziendale; non si possono tralasciare elementi informativi fondamentali che impatteranno in maniera importante sulla vita lavorativa di tante colleghe e tanti colleghi.

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