Cara Befana,
quest’anno, con la crisi, mi sento un po’ depresso. E non solo economicamente. Già il fatto di chiamarmi “mezzogiorno” e non “intero giorno” è una condizione che mi trascino da troppo tempo. Ormai sono più di 150 anni.
Ma, cara Befana, ammetterai che con quello che mi fanno – tagli, sprechi, malgoverno, mafie, ecc.- e quello che non mi danno – lavoro, sviluppo eco-sostenibile, valorizzazione delle risorse naturali e culturali, difesa degli insediamenti industriali, ecc.- è davvero difficile non sentirsi depressi.
E stavolta, nonostante tutti gli sforzi che faccio, rischio di perdere per strada perfino qualche ora, col pericolo di trasformarmi così in “quarto di giorno”.
Lo so, cara Befana, che i leghisti, e non solo loro, lavorano proprio per questo, ma speravo che col nuovo governo – quello dei professori non quello dei bidelli con tutto il rispetto – le cose potessero cambiare.
Invece al suo primo discorso il professor Monti (ma che sia parente di 3monti ?) ha parlato di ‘questione meridionale’ e ‘questione settentrionale’, mettendole sullo stesso piano. Il passato governo, con la scusa del Nord “discriminato” mi ha tagliato i Fondi Europei per comprare i traghetti nuovi per i laghi lombardi e pagare le multe per le quote latte dei produttori padani.
Non vorrei che ora con la teoria della “equità delle questioni”, dopo i capelli mi facessero anche la barba.
Cara Befana tu eri un po’ più giovane, ma te la ricordi la storia della “scala mobile”…Ce la tolsero, perché così si sarebbe dato di più ai figli, togliendo ai padri. Un sacrificio subito, per essere dopo tutti più contenti, si disse. Sappiamo invece tutti come è andata.
Ora le stesse parole ce le hanno dette per le pensioni: in nome dell’equità generazionale ci saranno più anni da lavorare e pensioni più povere per tutti. Mentre dei giovani e delle loro pensioni nella manovra non c’è neanche l’ombra.
Qualche ottimista dice che ci sono due tempi: prima quello dei sacrifici, poi quello dell’equità. A me, cara Befana, invece sembra che questa partita duri sempre e solo 45 minuti. E senza neanche il recupero !
Ora addirittura la-ministra-che-piange-all’idea-dei-sacrifici-altrui ci vuole provare anche con l’articolo 18. La litania è quella di sempre: “basta coi privilegi dei padri che hanno vissuto sopra le proprie possibilità…licenziamenti liberi per dare più occupazione a giovani”.
Cara Befana, non c’è bisogno di scomodare mago Merlino per capire che così i vecchi saranno più lontani dalla pensione e ancor più a rischio di essere licenziati, per dare eventualmente il lavoro ai figli, ma con diritti e salari dimezzati.
E meno male che queste trovate le fanno i migliori professori, quelli voluti dai “mercati”, i bocconiani doc. E se si fossero laureati alla Statale di Milano o alla Federico II di Napoli cosa avrebbero proposto ?
E che dire dei banchieri, cara Befana ? Si aggiornano gli stipendi milionari ogni anno, con aumenti percentuali a 2 cifre, senza contrattazione e senza tenere conto dei risultati. E poi parlano di “produttività”, di tagli e di risparmi sul costo del personale. Ma loro, loro non sono parte di tutto ciò ?
Infine , cara Befana, lasciami dire poche cose su Marchionne. La Irisbus di Avellino chiusa, Termini Imerese chiusa, Pomigliano da 5000 addetti riapre con 900 operai…E fosse solo questo: il piano industriale dopo due anni resta ancora sconosciuto, il contratto di lavoro disdettato, gli accordi separati diventati regola, la democrazia in fabbrica negata, le pause abolite, gli straordinari portati a 120 ore all’anno, ecc.
Tutto questo finimondo per perdere il 15% delle vendite di automobili in Italia a favore della concorrenza ? E per questo risultato c’era proprio bisogno di uno “scienziato” dal golfino blu, che guadagna 6500 volte di più di un suo operaio ?
Cara Befana, lo so che la depressione a volte porta a essere un po’ piagnoni. Ma, credimi, sono arrivato a risparmiare finanche le lacrime, mi resta così solo la forza per farti solo due richieste.
Per quest’anno, visto che non mi accontenti da 150 anni, vorrei un nuovo premier. Sì, un presidente del consiglio che non si truccasse, non mettesse i tacchi e il parrucchino e non frequentasse le minorenni a pagamento. Però, che evitasse anche di farci sapere che la domenica va a messa e poi dal barbiere. Un premier “normale” che non parli di Romolo e Remolo, ma nemmeno solo di spread, bund, btp e BCE. Un premier che quando parla di “equità” sappia che questa parola ha un solo possibile significato: togliere ai più ricchi per “ridistribuire” a chi ha più bisogno, far pagare gli evasori e non i poveri cristi. Un premier che quando parla di ‘tagli necessari’ pensi alle spese militari, alle grandi opere come la Tav in Val di Susa o il Ponte sullo Stretto, al taglio dei privilegi delle Chiesa o delle banche che non pagano l’ICI o la pagano dimezzata, mentre lavoratori e pensionati la pagano per intero sulla prima e unica casa.
E vorrei anche che nel 2012 l’unità sindacale “ritrovata” contro il governo non solo reggesse, ma riuscisse ad estendersi anche agli 86000 dipendenti del Gruppo Fiat.
Pare lo abbia caldamente consigliato anche lo zio di Bonanni, sì proprio lui, quello che, da solo, avrebbe fatto una manovra migliore del trio Monti-Passera-Fornero.
A proposito, cara Befana, e se fosse proprio questa la soluzione ? Se fosse proprio lo zio di Bonanni il candidato premier per un nuovo governo ?
Brutte parentele a parte, potrebbe essere una soluzione.
Il Mezzogiorno