Ania risponde all’Ivass: tariffe rc auto in calo

By: anglattrento – All Rights Reserved
da repubblica.it – L’Ania, l’associazione delle compagnie assicurative, replica a muso duro all’Ivass, l’organo di controllo del settore, che pochi giorni fa aveva denunciato le tariffe più care d’Europa: “In Italia la concorrenza c’è e le tariffe sono in calo. Le accuse dell’Ivass sono infondate” dice il presidente dell’Ania, Aldo Minucci. Per la prima volta, poi, l’Ania ha fornito il numero della auto fantasma, i veicoli che circolano senza alcuna assicurazione: sono 3,1 milioni, il 7% del totale. Un fenomeno in costante aumento con punte vicine al 30% a Napoli.

Intanto, Ivass e l’Antitrust avvieranno per la questione Rc Auto “un confronto con l’industria assicurativa, con gli intermediari, con i consumatori, in modo da raccogliere costruttivamente i contributi di tutti i soggetti coinvolti”. L’annuncio del numero uno dell’Ivass, Salvatore Rossi, è arrivato proprio all’Assemblea Ania.

Minucci ha quindi sciorinato i numeri del settore sottolineanco che i prezzi delle Rc Auto sono “tornati a diminuire. In particolare dal settembre 2012 al maggio scorso il prezzo medio delle coperture è sceso di circa il 6%. Il premio medio, incluse le tasse, è calato da 560 a 525 euro”. La crisi, poi, ha fatto il resto riducendo il numero dei veicoli in circolazione e di conseguenza quello dei sinistri. E così è calata ancora la raccolta premi, scesa nel 2012 del 4,6% a 108 miliardi, dopo il -11,9% del 2011. La flessione, però non ha impattato sull’utile salito a 5,8 miliardi dopo il rosso di 4,4 miliardi del biennio precedente (l’anno prossimo i premi sono attesi in rialzo dell’8,8% a 114 miliardi).

Secondo l’associazione degli assicuratori, una della colpa del caro prezzi è da ricercare nell’elevata tassazione: “Il carico impositivo sui premi si conferma, ormai da lungo tempo, tra i più elevati in Europa” si legge nella relazione annuale dell’Ania, che sottolinea come sull’Rc Auto si applichi un’aliquota complessiva pari al 25,5%. Pesano – spiega l’Ania – le delibere a livello locale delle singole province, che solo in 9 casi non hanno deliberato alcun aumento dell’aliquota.

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