La cancellazione del contratto integrativo, la paura per l’esternalizzazione, la fragilità del dover subire, l’ansia per l’incertezza di cosa sarà, il senso di impotenza, la rabbia per come siamo diventati. La rabbia di chi, senza colpa, deve pagare per chi non ha mai pagato e non pagherà.
Le minacce, i sacrifici, le discriminazioni. Ora, l’ultimo assalto.
Trasformare la relazione tra banca e dipendente in un rapporto sbilanciato tipico del padrone delle ferriere, dove basta un calcio nel sedere per sbatterti via. Ma per farlo manca ancora un altro tassello. La marginalizzazione del ruolo di rappresentanza del sindacato. E’ a questo lavorano alacremente la signora Dalla Riva e a Roma il signor Marco Bianco. Questo è il progetto del presidente Profumo.
E’ da gennaio 2013 che il ruolo di direttore operativo è rimasto “vacante”. Il neo direttore, insediatosi il 29 aprile si presenta dopo circa 40 giorni alle oo.ss. di Roma. Alle restanti rsa dell’Area si presenterà entro la fine dell’estate. Come fa il principale responsabile dell’organizzazione a fare il suo lavoro se non conosce fisicamente la struttura che è chiamato a dirigere? Se la fa raccontare da qualcuno? Da chi? Dagli stessi che “a gennaio e febbraio non è successo nulla: vendere, vendere, vendere! (sennò ti posso pure trasferire)”? E i problemi causati dallo smantellamento del nucleo, le manutenzioni autorizzate col contagocce, la sicurezza…detto per inciso, coi soldi che i clienti si ostinano a versare, che ci dobbiamo fare, se non li possiamo tenere in filiale e neppure farli viaggiare?
Se non si confronta con chi rappresenta i lavoratori, come pensa di interpretare il suo ruolo e di giustificare il suo ignoto compenso? Va bene che le strade sono ridotte male, che le ferrovie regionali sono lente e inaffidabili…ma finanche i pellegrini che si avventurano sulle strade che portano a Roma, impiegano pochi giorni ad arrivare da Viterbo a San Pietro, e tornano pure indietro.
Se il direttore operativo lo desidera, gli possiamo spedire tramite corriere un buon paio di scarpe da trekking e un cappello di paglia: ci faccia sapere a quale indirizzo recapitarglieli. Nel caso avesse qualche timore, siamo disponibili anche ad andargli incontro, anche se di questi tempi i briganti non usano più lo schioppo agli incroci delle vie ma i contratti derivati, e le
bande ormai sono formate da gente che al cappello con le piume preferisce le camicie con le iniziali.
Viterbo, 20 giugno 2013 La segreteria
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