Fonspa: al ministero chiediamo una politica attiva

Siamo i Lavoratori del Credito Fondiario – Fonspa, una banca con sede a Roma e presente sul territorio da oltre un secolo, e oggi manifestiamo sotto il Ministero dell’Economia per sollevare le problematiche legate alla vertenza che ci vede da ben 5 anni contrapposti ad una potente banca d’affari americana: Morgan Stanley. Morgan Stanley è dal 2000 proprietaria della nostra azienda rilevata da Banca Commerciale Italiana e Credito Italiano ed ha subito cartolarizzato i crediti del Fonspa (circa dodicimila mld. di lire ), realizzando la più grande operazione del genere in Europa con cospicui guadagni, ne ha venduto la storica sede ad un fondo immobiliare a lei vicino intascando 60,5 milioni di euro nel 2002, ha evitato di fare effettivi investimenti e nel 2008 ha deciso di cedere il pacchetto azionario dopo aver depauperato la Banca di ogni attività. Dal 2008 ci contrapponiamo a questa scelta perché Morgan Stanley, guidata in Italia dall’ex Ministro dell’Economia Domenico Siniscalco, non ha mai cercato un interlocutore serio nel mondo del credito che potesse subentrarle nella proprietà ma si è sempre rivolta a finanzieri e/o cordate di dubbia affidabilità e, soprattutto, più interessate al guadagno immediato piuttosto che a strategie di lungo respiro. Oggi è in corso un procedimento per collocare il Credito Fondiario alla TAGES SGR facente capo a Panfilo Tarantelli, società costituita nel 2010 con sede in Milano, priva di struttura e di risultati apprezzabili e che si è resa disponibile, a fronte di accordi economici con Morgan Stanley, ad acquisire Fonspa con il timore da parte nostra che tutto ciò possa sfociare in una vera e propria progressiva liquidazione mascherata con gravi ripercussioni sui livelli occupazionali. Siamo perciò oggi sotto il Ministero dell’Economia perché pensiamo che la politica non possa continuare ad assistere inerte a quanto accade nel Fonspa. Una banca sana, perfettamente organizzata che è stata abbandonata dal suo proprietario il quale, dopo aver massimizzato i profitti, non intende garantirle un futuro. Questo, avviene in un momento in cui tutti si lamentano della stretta creditizia che sta strangolando imprese e famiglie, vittime di una crisi che vede i suoi principali responsabili proprio in banche d’affari come Morgan Stanley. Usura, imprese che chiudono, disperazione, disoccupazione: il tutto con la complicità delle banche che non fanno più il loro mestiere. E la politica ? Può permettere che tutto ciò accada senza muovere un dito ? Noi riteniamo che una positiva risoluzione del caso Fonspa possa essere l’inizio di un’inversione di tendenza che faccia sì che la politica non sia più l’ancella dei poteri finanziari, ma torni ad essere la protagonista dello sviluppo dei territori da lei amministrati. Ed il Fonspa può rappresentare un esempio di fattiva inversione di tendenza. Una banca restituita al suo ruolo in grado di contribuire al rilancio del territorio sul quale opera, a supporto della ripresa economica. I Lavoratori del Fonspa ricordano che, ad inizio 2012, Morgan Stanley ha ricevuto dallo Stato Italiano più di 2 mld. di euro a titolo di rimborso di un’operazione in derivati. Un rimborso giudicato da più di qualcuno inopportuno e che costò allo Stato quanto la metà dell’importo annuo risparmiato in occasione della contemporanea riforma Fornero sulle pensioni. Allora la politica si mostrò molto vicina alle esigenze della banca d’affari americana; è pensabile che la Politica di oggi si mostri finalmente vicina alle esigenze di chi lavora e vive in questo Paese ? Per evitare di cadere nel baratro della disoccupazione oggi ci aspettiamo un intervento dalla politica che dice di voler mettere al primo posto il lavoro.

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